 NEWSLETTER DI COMUNE Se non si visualizza questa mail CLICCARE QUI FACCIAMO COMUNE INSIEME RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO WORLD PRESS PHOTO 2016, LA VERA STORIA Le persone nella foto non sono dei vincitori. Nessuno lo è, in sconfitte così grandi. Non ci sono dei rifugiati, no, ahi loro, no. Perché per esser tali, ci dovrebbe essere un rifugio ad attenderli. Quelli della foto non sono due uomini che nel 2015 si scambiano un bambino al confine tra Serbia e Ungheria. Sarebbe troppo assurdo. Quasi quanto noi tutti che li guardiamo. Come se fosse una cosa normale… ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER MALGRADO TUTTO, LA SPERANZA Il male, nella tradizione cattolica, resta un mistero. Potremo comprenderlo solo in un tempo futuro, quello dell’Apocalisse, ricorda Gustavo Esteva nel giorno in cui Jorge Bergoglio incontra gli indigeni del Chiapas. Come spiegare altrimenti Ayotzinapa? E come spiegare che la gente venga fatta scomparire, che continuino i femminicidi, i massacri, le fosse comuni? Come spiegare che non ci sia più distinzione tra il mondo del crimine e quello delle istituzioni? Papa Francesco in Messico starà tra i malvagi, noi li conosciamo bene e li conosce anche lui. Se vorrà e se potrà, tuttavia, potrà rendere più forte la speranza. Ce n’è un bisogno disperato. Anche la speranz a, come il male, è molto difficile da comprendere. Conquistarla, poi, è addirittura impossibile. Eppure, come suggerisce Agamben, dobbiamo scoprire il meccanismo che ne ha prodotto il declino e contraddirlo. È quel che hanno provato a fare gli zapatisti, nella terra che oggi visita il papa, liberando la speranza dalla sua prigione politica e intellettuale GUSTAVO ESTEVA IN GINOCCHIO DA TATIC Nel suo viaggio in Messico, dopo la messa di lunedì, durante la quale ha chiesto perdono alle comunità indigene, il papa ha voluto visitare una cappella della cattedrale di San Cristobal De Las Casas dove è sepolto Samuel Ruiz Garcia. Morto nel 2011, difensore dei diritti delle popolazioni indigene del Messico e dell’America Latina e amico degli zapatisti, Samuel Ruiz (chiamato dalle comunità indigene del Chiapas tatic, “padre”), fu per molti anni osteggiato dal Vaticano e oggetto di minacce e attentati in Messico. Per capire chi è stato Samuel Ruiz, proponiamo questa conversazione che abbiamo avuto la fortuna di realizzare durante l’ultimo viaggio in Italia di Ruiz. Un uomo minuto, dal passo lento, con una borsa colorata al collo e con le idee molto chiare: “Lo scontro attuale – spiega Ruiz in questo incontro – è tra lo spirito comunitario indigeno, che chiede la terra per realizzarsi, e il capitalismo individualista degli sfruttatori, che toglie la terra e, di fronte alle differenze culturali, si dimostra solo capace di omologare e opprimere…” GIANLUCA CARMOSINO TORTURA, GUERRA E LEGITTIMAZIONI MEDIATICHE L’evidenza della tortura nelle carceri egiziane e delle sparizioni forzate emerge in tutti i rapporti internazionali, ma evidentemente per qualcuno (a cominciare dagli editorialisti del Corriere della sera) questo rappresenta un “male minore” da accettare. Malgrado la crudeltà delle notizie frammentarie che si diffondono sulla morte di Giulio Regeni, e malgrado l'estensione della tortura e delle uccisioni in Egitto, si sta costruendo a livello mediatico la legittimazione del ricorso all’uso della tortura. Sono centinaia le persone che in questi ultimi anni sono morte nelle carceri egiziane, per mancanza di cure, per soffocamento, per tortura, in qualche caso per suicidio. Na turalmente si preferisce sorvolare per non intaccare rapporti economici... La prospettiva della tortura di stato, affidata magari a corpi paramilitari appare simmetrica rispetto a quella della “guerra giusta”, rivestita della denominazione di intervento umanitario. Il problema della tortura riguarda molto l'Italia, sia per i respingimenti dei migranti sospetti (e non condannati) per fatti o apologia di terrorismo che vengono poi torturati all’arrivo nei paesi di origine (dall'Egitto alla Libia), sia perché il nostro paese è quello della Diaz e di Bolzaneto, di Stefano Cucchi e di Giuseppe Uva... FULVIO VASSALLO LA TERRA HA BISOGNO DI SOCIETÀ MATRIARCALI Il termine “matriarcato” non significa “dominio delle donne”. In realtà non esiste un matriarcato, sono esistite ed esistono tutt’oggi delle società matriarcali anche molto diverse tra di loro che possiedono però alcune caratteristiche comuni: sono egualitarie, risolvono i conflitti attraverso metodi non violenti, sono caratterizzate da una spiritualità connessa alla Terra e da un’equa distribuzione delle risorse. Si terrà a Torino, dal 18 al 20 marzo, il terzo convegno internazionale “Culture Indigene di Pace, i Sentieri della Terra”, promosso dall’associazione Laima: un’occasione per parlare di società matriarcali, inte rconnessione fra tutte le specie viventi e salvaguardia della Terra. Fra gli ospiti: Maria Teresa Panchillo e Yessica Huenteman Medina (Mapuche del Cile), Malika Grasshoff (Cabilia di Algeria), Susun Weed (Usa), Jeremy Narby (Canada), Michel Odent (Francia), Pierre di Vallombreuse (Francia). Ne abbiamo parlato con una delle ideatrici, l’artista e antropologa Morena Luciani Russo (foto: in alto Maria Teresa Panchillo, in basso a sinistra Yessica Huenteman, in basso a destra Susun Weed) F. T. SMETTIAMO DI ESSERE COMPLICI "Cosa ci dice l’uccisione di Giulio Regeni? E l’assistenza dei profughi in mare e per terra? E il bombardamento di ospedali e scuole? E la crisi verticale dell’Università? Che sarebbe l’ora di smetterla di fare i salmoni. Non ricercare più, non assistere più, non curare più, non insegnare più. Non per molto, basterebbe farlo davvero per un mese soltanto - scrive Enrico Euli - E tutto questo sistema smetterebbe di fingere di funzionare... L’unico modo per non rassegnarsi al male è smettere di collaborare con esso, smettere cioè di fare del bene in nome suo, dentro il suo cerchio..." ENRICO EULI ASSALIRE GLI INFERNI CARLOS TAIBO CREARE E TUTELARE IL SAPERE GRATUITO Per lunghi, troppi, secoli il sapere si è caratterizzato per la sua rarefatta elitarietà. A partire dal 1968 avanza una battaglia sulla produzione autonoma di sapere. "L’allargamento pubblico dei canali di accesso, coniugato con la miniaturizzazione delle tecnologie di sapere e un relativo benessere che sposta le matrici consumistiche di spesa anche verso il genere culturale - osserva Salvo Vaccaro, docente e filosofo -, ha disseminato in alcune aree del pianeta toccate da quei processi il modo di produzione, aprendo l’orizzonte a inediti approcci di declinare sapere libero...". Tuttavia, dopo quella stagione in cui la disseminazione dei saperi sfuggiva in parte al controllo dei poteri è cominciato un co ntrattacco che non mira a ripristinare una realtà ormai dissolta ma "alla frantumazione delle condizioni contestuali grazie alle quali è stato possibile assaltare il cielo senza aver chiesto prima il permesso...". La frantumazione di tale condizione passa attraverso la finanziarizzazione dell’economia e la precarizzazione della vita di ogni giorno, "eliminando autonomia reddituale e tempo liberato per altro che non si sottoponga alle ingiunzioni della valorizzazione capitalistica... ". Insomma, non c'è spazio per il sapere libero, gratuito e critico da mettere in comune, ma solo per quello spendibile sul mercato. C'è bisogno di sentieri inediti da aprire "momento dopo momento, spazio dopo spazio, allenandosi a un auto-governo di sé e della comunità... " SALVO VACCARO LEGGERE, DISCUTERE E FARE CULTURA INSIEME ANTONELLA AGNOLI DIPENDENZA DA COMBUSTIBILI FOSSILI “Walking the line”, “Sul filo del rasoio” è il webdoc di Re:Common che racconta la storia del controverso mega gasdotto che dal Mar Caspio dovrebbe portare il gas azero fino in Italia. Formalmente il suo scopo è rendere l’Ue indipendente sul piano energetico da Ucraina e Russia, ma continuando a mantenerla legata allo sfruttamento delle fonti fossili. A tutto vantaggio delle grandi multinazionali del settore. Testi, foto e video evidenziano i tanti dubbi sui finanziamenti pubblici europei e mettono al centro la questione dei diritti umani in Azerbaijan ma anche quali sono le alternative concrete e già impiegate a un modello energetico basato sullo sfruttamento dei combustibili fossili R. C. IL CLIMA DIPENDE ANCHE DA NOI Una raccolta di testi e di notizie, una rassegna stampa specializzata sui temi ambientali: un tentativo di far maturare una visione complessiva del mondo in cui viviamo e dal quale stiamo rischiando di scomparire. Abbiamo bisogno - specie dopo i deludenti risultati del vertice di Parigi sul clima, dove i governi più inquinanti e le imprese più colpevoli di danni planetari sono riusciti a non assumere impegni - che sempre più persone diventino responsabili del rispettivo spazio naturale e della salute collettiva e si abituino a collegare fenomeni solo apparentemente lontani e poco temibili. Oltre ai documenti e alle denunce relativi ai fenomeni drammatici continuamente emergenti, la rassegna raccoglie anche al cune soluzioni positive ed esperienze largamente significative ALBERTO CASTAGNOLA APOLOGIA DEL PERDENTE "Basta lasciarsi alle spalle gli insegnamenti sull’economia e diventare altro... Dove finisce la regola, la moda, la tendenza, la politica, la società del denaro; dove l’inganno del progresso si rivela in modo evidente; dove nessuno insegna e tutti imparano è lo spazio in cui puoi trovare il poeta e, quindi, il perdente..." LUCILIO SANTONI VEDOVE INGRATE Tra gli sgravi fiscali per le imprese e l’aumento dell’esportazione di armi italiane nel mondo, il governo Renzi trova il modo per proporre la restrizione della pensione di reversibilità per le vedove. "Che ingrate! Già sopravvivono alla morte dei loro mariti - scrive Matteo Saudino -, vorrebbero anche la pensione di reversibilità?... Diciamocela tutta, quei soldi li usano per andare a teatro, mica per comprarsi il pane e il latte. Suvvia… Quasi quasi si potrebbe pensare a un progetto di eutanasia di stato delle vedove oltre i settant’anni... MATTEO SAUDINO RIGUARDO "Le classi di oggi sono piene di bambini e bambine che portano addosso i segni di un malessere profondo che viene da lontano. Da quando le merci hanno corrotto il senso dell’umano e derubricato l’essere nell’avere, Per educare bisogna partire da lì, da quel vuoto. Perché la crisi può insegnare molto più della ricchezza, che nell’agio anestesizza... Educare resta un mestiere: dove chi educa viene educato. Dove concreto è l’ineffabile. Richiede fedeltà al senso che si rinnova, giovane e fresco e pur così antico. Richiede lealtà all’affanno e all’impegno del giorno. E alla gioia che a momenti luccica. Da trattare gli uni e l’altra con particolare riguardo. Perch&e grave; “riguardo” è una bellissima parola. Quella che indica la strada da seguire. Ha a che fare con lo sguardo, un guardare di nuovo, per essere certi di ciò che si coglie. Ha a che fare con l’attenzione, con la premura, con la precauzione. “Riguardo” è il nome più morbido per dire rispetto... " ROSARIA GASPARRO UN'AULA QUALUNQUE "Leggo di scuole “moderne”, di flipped classroom... Poi entro a scuola, in una scuola del 1956, con lunghi corridoi e aule mai sufficientemente ampie per il numero di alunni e alunne con i quali lavoriamo... Entro in classe e mi ritrovo con gli unici di buon senso: i bambini e le bambine, i quali paradossalmente mi dicono (con i loro comportamenti e i loro apprendimenti): «Maestra, continua così, dai tempo al tempo, studia tu per noi che fare e non fare, non ci piacciono i voti, ci piace parlare con te, insegnaci la storia del passato raccontando e conversando, non guardare quelle Indicazioni, parlaci dei miti, degli dei, della vita e delle scoperte degli uomini. Facci sognare con le poesie, faccele inventare e disegnare, le ggi tanto a voce alta, dicci di lavorare a coppie anche se i banchi non riusciamo a spostarli bene in questo spazio angusto, aiutaci ad andare d’accordo, a rispettarci, sono belle le parole nuove che abbiamo imparato, così le possiamo usare. Ti sei dimenticata di darci il compito, ce ne dai un po’ che altrimenti ci dimentichiamo, ci fai scrivere una fiaba oggi? Ci fai scrivere una nostra esperienza? Oggi parliamo dei migranti “che ce l’ha detto Luca”, chi sono?… ». Non siamo flipped, non siamo senza zaino (anche se nello zaino c’è poco), qualche compito lo si dà e lo si chiede, ma stiamo al meglio delle nostre possibilità e stiamo imparando a ragionare, ad avere il senso del limite..." CLAUDIA FANTI LA SCUOLA NUOVA FABBRICA DI SERVITÙ? ALAIN GOUSSOT ROMPERE LO SPECCHIO, UNA VOLTA PER TUTTE Poiché secondo il signor Jason Melo – impiegato all'Onu – la compagna lo “tradiva”, l’ha strozzata un po’ davanti alla figlioletta di lei che ha tre mesi e l’ha fatta camminare con addosso solo un asciugamano per le strade di New York. Quest’ultima parte l’ha filmata urlandole insulti misogini di ogni tipo e commentando a beneficio di chi poi avrebbe visto il video. La porcheria ha guadagnato al signor Melo 10.000 nuovi entusiasti seguaci su Instagram. Ma «persino chi ha parlato dell’accaduto stigmatizzandolo - scrive Maria G. Di Rienzo - ha accettato senza discutere la narrazione di Melo: la maggioranza dei titoli presenta la donna come “la fid anzata che lo tradiva” e così un episodio di violenza sadica diventa il giusto castigo... Agli autori non importa cercare di sapere se l’aggressore abbia basi per la sua convinzione e ciò continua ad accadere perché lo sguardo maschile sulle donne è considerato normativo. Essere donna, grazie agli standard posti dall’esterno e arbitrariamente su questo termine dallo sguardo maschile, diventa una battaglia costante con la propria immagine e la propria apparenza. Devi essere sommamente sexy, o non sei niente... Lo sguardo che crea gli standard trasforma ogni creatura di sesso femminile in un oggetto sessuale le cui idee e i cui comportamenti, per avere valore – ed è un mero valore di mercato – devono derivare dal costante giudizio maschile... Il falso specchio in cui sono costrette a guardarsi bisogna romperlo, una volta per tutte... " MARIA G. DI RIENZO FEMTASTIC Solitamente la Svezia si piazza nelle classifiche come uno dei paesi più attenti per quanto riguarda l’eguaglianza di genere. Malgrado questo, l’assalto sessuale e lo stupro da queste parti sono definiti tali se è presente l’uso della forza/violenza. In sostanza la legge finisce per dire che va bene fare sesso con qualcuno anche se questo qualcuno ti sta dicendo di no, perché non tiene conto del consenso. Per cambiare la legge è nata dal basso una grande campagna: ad animarla, tra gli altri e le altre, c'è Femtastic, uno straordinario collettivo femminista che usa musica e arte per affrontare i problemi delle donne. Le femmine-fantastiche, che sono DJ, rappers e musiciste, hanno per esempio composto una canzone (&ldq uo;Fatta”, dal nome della campagna) basandosi sulle testimonianze di donne vittime di violenza: ne hanno raccolte centinaia. Musica e arte possono cambiare il mondo M.D.R. 15 FEBBRAIO 2003 Poche volte le grandi manifestazioni hanno cambiato il mondo. Non ci riuscirono neanche quelle del 15 febbraio 2003 contro la guerra in Iraq. Tuttavia, quella data resta importante per i movimenti sociali: mai nella storia milioni di persone hanno manifestato contro la guerra contemporaneamente in tutto il mondo (793 città) JLC Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui Inoltre dopo aver cliccato “Mi piace” mettete la spunta su “Ricevi le notifiche” per poter rivevere la notifica dei nostri post sulla Vostra pagina Fb. Seguici anche su twitter. METTI UN BANNER SU COMUNE-INFO Li abbiamo chiamati «Consigli Comunali» e sono l’offerta di banner per promuovere (a prezzi per tutte le tasche) attività, iniziative o anche prodotti a interlocutori selezionati in modo diretto (da noi) e molto rigoroso. È una scelta rara perché richiede capacità, impegno e investimenti che graveranno sulla redazione, ma è il solo modo, per mantenere il controllo della propria indipendenza in un campo minato come quello della pubblicità. Per informazioni sulle prenotazioni degli spazi pubblicitari scrivete ad amministrazione@comuneinfo.net ----------------------------------------------------- Se non vuoi ricevere questa newsletter clicca su Annulla l'iscrizione Per modificare le tue impostazioni clicca su questo link |
Nessun commento:
Posta un commento