venerdì 18 ottobre 2019

La fine della stabilità sistemica

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Quito. La fine della stabilità sistemica

Quito. La fine della stabilità sistemica
Il levantamiento popolare dell'Ecuador – segnato dalla straordinaria convergenza di movimenti indigeni, studenteschi, femministi e di diverse categorie di lavoratori con un fiume di gente comune – ha messo alle corde il governo di Lenín Moreno fino a costringerlo, dopo aver proclamato lo stato d'emergenza nazionale, a fuggire dalla capitale per rifugiarsi a Guayaquil. La repressione è stata violentissima ma la protesta ha retto lo scontro e il 15 ottobre ha ottenuto una prima grande vittoria con la revoca delle misure economiche suggerite dal Fondo Monetario Internazionale. Quella ecuadoriana, scrive Raúl Zibechi, è una crisi strutturale della governabilità. Rivela con una certa evidenza, e probabilmente non solo in América Latina, la fine di un ciclo e l'apertura di una fase di grande instabilità del sistema. È assai probabile che molti dei prossimi governi, al di là del colore politico che diranno di voler incarnare, abbiano vita breve. A differenza che nel precedente ciclo progressista, essi non potranno avvalersi dei prezzi alti delle materie prime, difficilmente, dunque, potranno mettere in atto politiche sociali senza intaccare la ricchezza. Ne consegue un approfondimento del modello estrattivista e una intensificazione dell'appropriazione di quel che serve ad accumulare, dalle politiche di saccheggio delle risorse naturali al tempo di vita delle persone. Soltanto un nuovo protagonismo delle lotte di persone comuni organizzate potrà difendere l'affermazione delle dignità nel vortice del caos sistemico

L'Ecuador raccontato da dentro

L'Ecuador raccontato da dentro
Intervista a uno dei partecipanti al grande levantamiento di Quito

Quel che possiamo fare subito

Quel che possiamo fare subito
La pace è un bene comune. Un fiume di solidarietà verso le popolazioni colpite dell'aggressione nazionalista turca lo testimonia. Un contrasto dirompente con l'inerzia e la complicità dei governi e delle istituzioni politiche internazionali di fronte ai crimini contro l'umanità che hanno ripreso una tremenda intensità nella regione siriana. Quali azioni concrete possiamo mettere in atto subito? Per cominciare, ad esempio, si può sostenere chi lavora sotto le bombe turche per salvare vite e difendere la pace e l'autodeterminazione dei popoli. "Continuiamo a vivere e lavorare come ogni giorno, distribuendo le ambulanze e i medici secondo le esigenze", dicono alla Mezzaluna Rossa Kurda. Per sostenerla in Italia è stata avviata una raccolta fondi

La più cara del reame

La più cara del reame
C'è una terapia genetica che si somministra con una sola dose, e serve per il trattamento pediatrico di bambini di età inferiore ai due anni affetti da atrofia muscolare spinale (SMA). È un trattamento salvavita, segna uno storico passo avanti nella cura della patologia, perché si somministra in un'unica dose. Il prezzo di Zolgensma (Novartis) è – per un'unica dose – di oltre 2 milioni di dollari. Il problema non è (si fa per dire) il prezzo, ma il modo con cui questo è stato costruito: non per i costi di produzione, ma per il suo "valore intrinseco". Una tendenza da arginare al più presto. Alcuni analisti finanziari confermano: il prezzo fissato da Novartis potrebbe diventare un prezzo di riferimento per altre terapie genetiche in corso di sviluppo. Ciò che Novartis non dice è che Zolgensma, dalla cui vendita prevede un profitto di 2,4 miliardi di dollari l'anno, è frutto della ricerca finanziata dalla maratona di Telethon in Francia, cioè dalle donazioni dei cittadini

Il lungo tempo della lotta

Il lungo tempo della lotta
No Tav: notificato l'ordine di carcerazione per Nicoletta Dosio

Il clima e i nuovi conflitti di classe

Il clima e i nuovi conflitti di classe
Gli indicatori con cui misuriamo il benessere dei paesi sono scatole vuote

Il tempo del dissenso

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Come tutti i movimenti anche Fridays for future ha limiti e contraddizioni. Ma forse si sottovaluta la consapevolezza di molti giovani, come Filippo, secondo il quale è difficile mettere in discussione il dominio del consumismo e non ha senso sprecare energie a fare la predica a chi scende in piazza. Che fare? "Muoviamoci, e facciamolo presto, passiamo all'azione, organizziamoci… – scrive Filippo – Combattiamo la nostra indolenza, le nostre contraddizioni, informiamoci e studiamo instancabilmente…"

La nostra spesa diversa

La nostra spesa diversa
Orientare gli acquisti su produzioni rispettose di persone e ambiente

L'effetto zero del decreto clima

L'effetto zero del decreto clima
Al di là della propaganda, le politiche italiane sul clima restano deprimenti

Desertificazione romana

Desertificazione romana
Una mappa che racconta centinaia di spazi sociali a rischio di sgombero

Una cosa bella nel quartiere

Una cosa bella nel quartiere
Domenica 20 ottobre c'è un murales da festeggiare a Roma

Quella Gaza segreta e inaspettata

Quella Gaza segreta e inaspettata
L'arte della resistenza e la resistenza dell'arte. Una storia millenaria

Fuori i gomiti

Fuori i gomiti
Abusi sessuali: accade continuamente e non ne stiamo parlando

Un lungo percorso di giustizia

Un lungo percorso di giustizia
In tempi di violenza e odio, la straordinaria lezione delle Commissione per la verità e la riconciliazione con cui il Sudafrica ribaltò la logica dell'apartheid prende forma anche in altre storie e luoghi lontani, come dimostrano Adriana e Agnese, la brigatista e la figlia di Moro. "Io – dice Agnese – non voglio continuare a rendere attivo il male nella mia vita, non voglio che abbia l'ultima parola… Le mie ferite oggi sono fiorite". Appunti di un cammino di giustizia riparativa e di un incontro memorabile, nel quale "due donne si sfiorano le mani mentre parlano", "ora si vogliono bene e si preoccupano di come stanno…"
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