 NEWSLETTER DI COMUNE SE NON SI VISUALIZZA QUESTA MAIL CLICCARE QUI NON POSSIAMO FARE DA SOLI (GENNARIO E ANTONELLA) “Aderiamo perché questo vostro lavoro è fondamentale, perché è indispensabile mettersi nelle “chiocche” che “non possiamo fare da soli” e perché, ostinatamente, lentamente, ma incessantemente, cerchiamo di cambiare, in primis , noi stessi. Un abbraccio solidale” FACCIAMO COMUNE INSIEME LA NOSTRA CAMPAGNA 2016 POLLO ANTIOGM AL BASILICO Nei nuovi appalti “verdi”, con “più biologico”, delle mense scolastiche di Genova, la formula che tranquillizzava le mamme sull’alimentazione Ogm free era stata modificata in silenzio dalla Stazione Unica Appaltante, quella che per i Comuni più grandi gestisce il flusso di milioni di euro di spesa pubblica. Grazie alla sostituzione di due sole righe, nel 2016 il pollo vietato negli anni precedenti era diventato regolare. Se ne potevano servire due tonnellate la settimana. Allora le mamme della Rete Commissione Mensa hanno messo a punto una ricetta speciale per bandire dalle mense il pennuto alimentato con mangimi geneticamente modificati. In esclusiva per i lettori di Comune, una di loro racconta tutti i segreti di un piatto genovese molto atipico. Una storia del tutto originale che potreste replicare ovunque SABINA CALOGERO UN'ALTRA SCUOLA, UN'ALTRA SOCIETÀ "È importante liberarsi dalla illusione che l’innovazione e il cambiamento di cui la scuola italiana ha bisogno passino attraverso l’informatica... Informatizzare non vuol dire cambiare davvero. Il cambiamento profondo si avrà quando si passerà dalla trasmissione di contenuti culturali al confronto dialogico. Un passaggio anche più difficile di quello rappresentato dall’informatizzazione, perché richiede una trasformazione dei rapporti e un ripensamento profondo della figura dell’insegnante. Ha assolutamente ragione Giacomo Stella quando afferma che 'la classe deve funzionare come una comunità di discussione e di confronto'... Al modello frontale bisogna contrapporre il modello circol are. Togliere la cattedra, mettere gli studenti in cerchio e farne una comunità. Passare dalla parola che scende dall’alto, con la sua pretesa di verità garantita dall’autorità, alla parola che circola, e che giunge alla verità – o all’esattezza – solo attraverso la discussione e il confronto. Questa non è solo la via per tentare un’altra scuola. È anche la via per tentare un’altra società..." ANTONIO VIGILANTE QUANDO L'UCCISIONE DI UNA DONNA È CRONACA LOCALE È successo a Cassina de' Pecchi, ma è uno di quei casi di femminicidio "normali", spiega Lea Melandri, dove c'è un legame che parla di possessività e di dipendenza, poco appetibile per le prime pagine. L'orrore nutrito dai media LEA MELANDRI PER LA PROSSIMA VOLTA Oggi il quadro dell’assassinio di Sara è chiaro: l’omicida ha pianto in questura, aveva bevuto, ha perso la testa, era un tipo normale... Durante la conferenza stampa il sostituto procuratore di Roma, Maria Monteleone, ha detto: “Speriamo che questa morte così atroce non sia inutile, invito le ragazze a denunciare, a non tenere nascosti comportamenti minacciosi di chi afferma di volerti bene mentre così non è...". "Purtroppo, sostituta procuratrice, questa morte resta inutile come ogni altro femminicidio se si continua a biasimare i cadaveri (“Quella mancata denuncia di Sara”...) e dar loro consigli - scrive Maria G. Di Rienzo -, gli stessi che hanno ricevuto quando erano donne vive e che non ha nno generato sicurezza alcuna. Sono i perpetratori che avrebbero bisogno di sentire qualche parola. Che ne pensa, per la prossima volta (lei e io sappiamo benissimo che ci sarà una prossima volta) di: “Invito uomini e ragazzi a riflettere sul fatto che nessuno può possedere un’altra persona, che le donne sono esseri umani e non oggetti (“cose”) per quanto la nostra società insista pesantemente a raffigurarle come tali soprattutto sui media..." MARIA G. DI RIENZO SENZA DENARO, SAREBBE TERRIBILE Questo ipermercato resta chiuso per caos, si leggerà sui cartelli. Senza denaro, sarà terribile: i ricchi non saranno ricchi e i poveri non saranno poveri. Senza benzina, si correrà di meno e si respirerà meglio ma il panico si diffonderà. La fine di un capitalismo che buona parte della popolazione mondiale considera insopportabile ci fa paura. Perché? GUSTAVO DUCH UN POPOLO CONTRO DOLE Nei giorni scorsi la Dole, tra le più potenti multinazionali del cibo (a cominciare dalla banane), ha ammesso di essere sotto inchiesta da parte del Dipartimento statunitense della Giustizia per la vendita di alimenti contaminati a causa delle insalate infette da un focolaio di listeriosi che avrebbe contaminato, tra settembre 2015 e gennaio 2016, almeno trenta persone e provocato la morte di quattro. Secondo molti l’inchiesta provocherà guai economici seri all’impresa. Ma la Dole, ricordano quelli di Adbusters, resta nota soprattutto per le denunce dei contadini latinoamericani, vittime dei pesticidi imposti fino a pochi anni fa dalla multinazionale californiana. In realtà, nei movimenti di consumo critico la Dole &egra ve; conosciuta anche per il documentario Bananas!* e per la straordinaria campagna di boicottaggio che ha visto un paese intero, la Svezia, ribellarsi. E vincere KATE WILSON 2 GIUGNO, CAMMINANDO CON DINO Portare al centro della politica gli ultimi, gli emarginati, gli impoveriti, chi lotta contro le ingiustizie, le mafie, la disumanità e la barbarie delle guerre. Una “Repubblica democratica” non può mai essere rappresentata da una parata militare. E allora ripartiamo dal 5 giugno, il giorno dell’anniversario della nascita e della morte di Dino Frisullo, ripartiamo dalle sue lotte ALESSIO DI FLORIO ECCO, A QUESTA PARATA PARTECIPEREI "Tutte le parate hanno un carattere ideologico e una dimensione folkloristica spesso di dubbio gusto... Tra le parate più ipocrite, spiccano ovviamente quelle militari... Dobbiamo riprenderci il 2 giugno come società civile... La mia parata vedrebbe sfilare in prima fila tanti bambini con in mano la nostra splendida e lungimirante Costituzione... - scrive Matteo Saudino, insegnante - Poi farei sfilare tutti quei pochi superstiti vecchietti, che settant’anni or sono ebbero la forza di sognare e costruire una democrazia sulle ceneri dell’orrore del nazifascismo. Dopo sarebbe il turno delle donne... A seguire farei sfilare migranti e rifugiati, le nuove vittime delle guerre politiche ed economiche contemporanee, poi i gay, le lesbiche, i disoccupati, gli sfrattati, i pacifisti, gli obiettori di coscienza, i lavoratori precari e sottopagati, gli educatori di strada, gli artisti indipendenti, i medici e gli infermieri in prima linea, gli insegnanti contro la scuola azienda, i senza tetto, gli antirazzisti, i pensionati a 500 euro al mese… Insomma, farei una parata della migliore Italia, quella sempre più sfruttata, derisa e marginalizzata, ma che nonostante tutto prova quotidianamente a vivere e resistere con dignità. Ecco, a questa parata parteciperei volentieri e a testa alta...." MATTEO SAUDINO SIAMO STANCHI. UNA LETTERA DA BAOBAB Di loro si sono occupati in tanti, soprattutto in occasione dello sgombero avvenuto poco prima di Natale. Di tanto in tanto anche il circo mediatico di serie A, ma soprattutto tante persone comuni. Ieri sono stati accolti dai Rom. A qualcuno sembrerà strano. A noi non sembra strano, invece, che il commissario Tronca non abbia mantenuto le sue promesse. Quel che ci colpisce (ma non stupisce, è ovvio), semmai, è che una resistenza straordinaria come quella della gente del Baobab adesso scriva: siamo stanchi. Non sono stanche solo dell’indifferenza delle istituzioni ma, soprattutto, di quel decisivo segno di astrazione (i numeri) e disumanità che avvolge il passaggio di un migrante per la città di Ro ma. La cosa che più ferisce, nelle parole durissime del Baobab, è che “per la strada manca tutto, anche la dignità”. Come sperare che questa mancanza, la più insopportabile, anche per una città tanto devastata nella sua cultura, possa cambiare fra qualche settimana? Qui sotto la lista di quel che serve con urgenza BAOBAB EXPERIENCE SE LA CITTÀ DIVENTA UNA BIBLIOTECA DIFFUSA Avrebbero potuto promuovere un corteo per la cultura nelle periferie, scrivere documenti e volantini, aspettare qualche assessore illuminato, aprire un circolo di lettori colti e dal portafoglio pieno, oppure avrebbero potuto alzare le spalle e pensare ad altro. Invece quelli dell'associazione Bee-Bibliocar di Trani, dopo tre anni in giro con una bizzarra biblioteca itinerante su “tre ruote”, hanno detto: possiamo creare delle biblioteche di quartiere. Detto e fatto. Qui raccontano non solo come hanno messo al centro il concetto di dono, ma soprattutto come hanno cominciato tra farmacisti, librai, maestre e piccoli lettori... ENZO COVELLI< /p> Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui Inoltre dopo aver cliccato “Mi piace” mettete la spunta su “Ricevi le notifiche” per poter rivevere la notifica dei nostri post sulla Vostra pagina Fb. Seguici anche su twitter. METTI UN BANNER SU COMUNE-INFO Li abbiamo chiamati «Consigli Comunali» e sono l’offerta di banner per promuovere (a prezzi per tutte le tasche) attività, iniziative o anche prodotti a interlocutori selezionati in modo diretto (da noi) e molto rigoroso. È una scelta rara perché richiede capacità, impegno e investimenti che graveranno sulla redazione, ma è il solo modo, per mantenere il controllo della propria indipendenza in un campo minato come quello della pubblicità. 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