 NEWSLETTER DI COMUNE SE NON VISUALIZZI QUESTA MAIL CLICCA QUI IMPARARE A GOVERNARSI DA SÈ La tempesta infuria, acquista le sembianze di un ciclone. Non è facile liberarsi del quadro mentale e delle abitudini dominanti, eppure l’esperienza dice quasi ovunque che non è sensato né realistico rifugiarsi nei relitti del naufragio istituzionale. Serve una capacità immaginativa diversa. Lungi dal sottrarsi alla tempesta e cercare rifugi provvisori, bisogna immergersi in essa. La mentalità patriarcale, radicata nel corso di millenni, rende però molto difficile concepire il mondo senza gerarchie e strutture di controllo. Facendone a meno, non cadremmo nel caos, è per causa loro che ci troviamo così. L’illusione di governarsi tramite altri approfondisce il caos e ci spinge in un abisso di violenza e disgregazione. Si tratta di provare forme del governarsi da sè a ogni livello, di liberarsi del virus della subordinazione e prendere in mano le redini delle nostre vite. Ci sono luoghi, pieni di contraddizioni e da non idealizzare, dove lo si fa da millenni, non c’è bisogno che nessuno ci insegni a farlo. Si comincia in casa e poi, via via, si passa alle sfere della realtà in cui ciascuno si muove GUSTAVO ESTEVA CREARE BENI COMUNI E MONDI NUOVI G. CAFFENTZIS E SILVIA FEDERICI PICCOLA POLIS Serve una capacità immaginativa diversa, dice Gustavo Esteva, per creare un mondo nuovo qui e ora, perfino mentre infuria la tempesta. E se cominciassimo da un apprendimento differente? Magari da una scuola in cui maestre e maestri si occupano non solo di didattica ma anche dell’aspetto relazionale dei più piccoli. Dove la didattica è basata su esperienze dirette, giochi, domande e immersione nella natura. Dove i bambini hanno anche la possibilità di scegliere tra diverse proposte (musica, danza, teatro, sport, lettura nella biblioteca, orto, laboratori...), dove le gite sul territorio permettono di appassionarsi di storia, geografia e scienze. Dove l'ozio è una cosa molto seria, quale spazio e tempo in cui sono i bambini e le b ambine a proporre attività o ricerche di gruppo. Una scuola senza voti, pagelle, compiti a casa, dove genitori e educatori collaborano insieme in “Giunte del buon governo”... Da Ostia a Varese, una scuola di quel tipo comincia a prendere forma. La scuola-azienda non è un destino già scritto PAOLO MAI LA SCUOLA DIFFUSA PAOLO MOTTANA NELLA SCUOLA, METTIAMOCI IN GIOCO FRANCO LORENZONI IL RUMORE DI FONDO NEI VOTI Liberare il nostro immaginario dall'ansia produttivistica e dalla dittatura dei numeri che condizionano la vita di ogni giorno e il nostro modo di costruire relazioni, è un esercizio complicato. Abbiamo bisogno di diffidare dell'ossessione delle verifiche, a cominciare dall'apprendimento. Come negarlo? Fin dalla scuola primaria il voto separa i bambini gli uni dagli altri, li divide in bravi e meno bravi e li contrappone in un'insopportabile gara. È la scuola dell'individualismo, della competizione, della quantificazione (il termine chiave resta probabilmente accumulo). "Le difficoltà e le conquiste, i percorsi, il meglio di ognuno, gli sforzi, le fatiche, le scoperte, le conoscenze acquisite, quelle in bilico, quelle mancate, t utto scompare nella brutalità dei voti altamente lesivi della dignità di chi sbaglia, di chi non sa - scrive Rosaria Gasparro - Che costruiscono classifiche arbitrarie di valore tra esseri umani in formazione. Che rendono forti chi già lo è... Da maestra ho preferito l’incontro, il desiderio, il piacere di costruire insieme la conoscenza... Ho investito nel tempo ..." ROSARIA GASPARRO UNA SCUOLA SENZA VOTI E MERITO CLAUDIA FANTI MERITOCRAZIA? NO, GRAZIE LORENZO GUADAGNUCCI LOCA DEL COÑO E MUSULMANA Dire “sono musulmana” potrebbe essere una prigionia del pensiero perché parte da un’idea costruita dalla colonialità, scrive Laura Rodríguez Quiroga, giornalista e co-direttrice del Congresso Internazionale del Femminismo Islamico che non ama le etichette. Nata a Parigi da famiglia cattolica galiziana emigrata, per la sua scelta, l’Islam, Laura preferisce parlare di una condizione e non di un’identità. L’articolo che ci propone Anita Silviano, che lo ha tradotto, è quello con cui Laura comincia a scrivere su Locas Del Coño, (in senso letterale “Pazze per la fica”), rivista femminista digitale che nel sottotitolo precisa: sorellanza come autodifesa femm inista. Si tratta di una rivista molto nota, anche fuori dalla Spagna, molto discussa e molto importante per il femminismo, come ci prega di precisare la stessa Laura. Non facciamo fatica a crederle, anche perché Facebook ha chiuso quattro volte “per errore” il suo profilo. E poi perché, scrive Laura, “a noi tocca decostruire, decolonizzare lo sguardo e imparare a fare della diversità un potente strumento di sinergie per porre fine a questa piaga violenta chiamato sistema patriarcale” LAURA RODRÍGUEZ QUIROGA AGGIUNGI UN PASTO A TAVOLA A Roma, nel cuore di Garbatella, nasce la campagna del “Pasto Sospeso”, una buona pratica di mutualismo e di accoglienza rivolta ai migranti transitanti ospitati da Baobab Experience e a quanti vivono in condizioni di disagio e povertà. La Casetta Rossa, insieme alla Fondazione Erri De Luca, lancia una campagna che riprende l’antica usanza napoletana del “Caffè Sospeso”. Lanceranno l’iniziativa Chef Rubio ed Erri De Luca CRISTINA VOLPI RINONAPOLI TRUMP HA UN PROBLEMA, STANDING ROCK Nel febbraio 1876 gli Stati Uniti dichiararono guerra ai Sioux che non volevano abbandonare i territori dov’era stato scoperto l’oro. Fu l’inizio del massacro di Wounded Knee (oltre trecento tra uomini, donne e bambini furono trucidati in poche ore) ma anche l’inizio di una resistenza straordinaria. In questi primi giorni di febbraio 2017 Trump, dopo aver fato sapere che il tunnel sotto il lago per costruire il Dakota Access Pipeline si farà, ha fatto bruciare i tepees del presidio, distruggere tutto con i bulldozer, picchiare e arrestare decine di persone. Non solo i Sioux – che in realtà preferiscono chiamarsi Dakota o Lakota &ndas h;, ma molta gente comune negli Usa è stanca, delusa e molto, molto arrabbiata. E decisa, nonostante tutto, a non dargliela vinta MARIA RITA D'ORSOGNA IN TEMPI BUI GLI OCCHI COMINCIANO A VEDERE PATRICIA HYNES PELTIER. CHE LA NOTIZIA NON SI SPENGA CRONACA DI UNA MONTATURA La prova regina l’hanno mostrata i TG, ma naturalmente il video indiscutibile della polizia è uscito anche su Repubblica.it (lo vedete qui sotto) e sugli altri siti d’informazione che contano. E’ lì che si vede il sindacalista di base che intasca la mazzetta per tenere buoni i suoi, per ammorbidire i picchetti. Estorsione aggravata e dimostrazione che tutto ha un prezzo, sempre, anche le lotte irriducibili. Un colpaccio. La mazzetta diventa una mazzata colossale. E se la piglia il coordinatore nazionale dei Si Cobas, vuol dire che la prendono pure gli altri, tutti, tranne i fessi. Fine della storia. Poi però, si scopre che non è vero: Aldo Milani in quel video non prende proprio niente, parla solo dei licenziamenti. Così esce dal carcere, sebbene gli venga ancora chiesto di dimostrare la sua estraneità. Intanto i suoi compagni, che non avevano mai creduto alle prove della questura e ai telegiornali e che avevano scioperato in molte città, fanno festa. E ricomiciano a lottare. Come se quella trappolona infernale fosse poi solo un episodio di una lotta d’altri tempi. Una lotta dove ognuno pensa a fare il proprio mestiere: gli operai, i padroni, la polizia, i TG e gli altri media che contano ALEXIK CHI VUOLE LE CITTÀ DEGLI SGOMBERI? Molti a Roma, e soprattutto fuori, si chiedono cosa è accaduto dopo la nota delibera 140 del 2015 che per decine di spazi sociali significa sgombero. Con la nuova giunta, fa sapere la rete Decide Roma, “non si è messa in atto, né tanto meno ipotizzata, nessuna misura in grado di sospendere concretamente gli sgomberi”. Insomma c’è chi cerca di consegnare una città al tempo stesso ferita e ricca di esperienze sociali – che in questi anni, tra inevitabili limiti e contraddizioni, non solo hanno salvaguardato il patrimonio comunale dall’abbandono ma ne hanno in primo luogo garantito un utilizzo comune e di utilità sociale – nelle mani della Procura di Roma e della Corte dei Conti. S&i grave;, è tempo di dire Basta! DECIDE ROMA Per seguire gli aggiornamenti di Comune-info ogni giorno su facebook clicca «Mi piace» qui Inoltre dopo aver cliccato “Mi piace” mettete la spunta su “Ricevi le notifiche” per poter rivevere la notifica dei nostri post sulla Vostra pagina Fb. Seguici anche su twitter. METTI UN BANNER SU COMUNE-INFO Li abbiamo chiamati «Consigli Comunali» e sono l’offerta di banner per promuovere (a prezzi per tutte le tasche) attività, iniziative o anche prodotti a interlocutori selezionati in modo diretto (da noi) e molto rigoroso. È una scelta rara perché richiede capacità, impegno e investimenti che graveranno sulla redazione, ma è il solo modo, per mantenere il controllo della propria indipendenza in un campo minato come quello della pubblicità. 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