lunedì 14 settembre 2015

L'accoglienza più bella è autogestita

 NEWSLETTER DI COMUNE

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APPRENDERE FACENDO
Di quale apprendimento, oggi, abbiamo bisogno per alimentare la speranza, per trovare qualche candela da accendere nell’oscurità o per riconoscere le fiammelle già accese? Come ripensare il mondo a partire della scuola? Di certo, servono pensiero critico e spazi comuni. Occorre creare quelle che Ivan Illich chiama trame dell’apprendimento, dove imparare facendo insieme. Per questo, con molti e molte, due anni fa abbiamo aperto uno spazio su Comune (Apprendere facendo) che raccoglie articoli, saggi, notizie, interviste, link, video sull’universo dell’apprendere, sulla scuola, sull’imparare ad imparare, sul rifiuto della scuola azienda. Del resto, come ha suggerito qualche anno fa il maestro Gianfranco Zavalloni, "possiamo cambiare la scuola senza bisogno che un ministro ce lo venga a dire o a imporre”: pensava che la riforma della scuola si potesse fare ovunque, tutti i giorni e in molti modi. Ora quello spazio si arricchisce con due appuntamenti - saranno presenti centinaia di insegnanti - nei quali è stata invitata la nostra redazione per raccontare il percorso di Comune e il suo tentativo di acco mpagnare tutti coloro che coltivano ogni giorno un modo diverso di apprendere: "Disimparare per imparare" (un pomeriggio di proposte, laboratori e seminari, promosso il 16 settembre dalla casa editrice la meridiana a Molfetta) e "L'educazione prende corpo" (24 e 25 ottobre a Bastia Umbra, l'incontro nazionale della Rete di Cooperazione educativa C’è speranza se accade a...). Uno spazio web e due eventi per essere utili a chi non si rassegna all’oscurità.

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L'ACCOGLIENZA PIÙ BELLA È AUTOGESTITA
La moltiplicazione delle frontiere, la militarizzazione dei territori, l'accoglienza istituzionale come busness, la distinzione tra categorie di migranti, in particolare quella tra migranti economici e richiedenti asilo, si diffondono in diversi non-luoghi della Fortezza Europa. Tuttavia negli ultimi mesi sono emerse non solo una diffusa indignazione tra le persone comuni, come hanno dimostrato il "popolo dei piedi scalzi" e prima l'iniziativa ‪#‎6S‬ Ventimiglia in ogni città, ma anche la capacità di ribellarsi attraverso l’autogestione degli spazi di vita come a Ventimiglia, nonostante una repressione ogni giorno più forte. Solidarity without borders! è l'assemblea transnazionale contro confini, razzismo, sfruttamento e militarizzazione promossa dal Presidio permanente No Borders di Ventimiglia: tre giorni (11-13 settembre) per confrontarsi sulle forme che l’accoglienza autogestita ha assunto nei vari territori
PRESIDIO NO BORDERS

EPPUR SI MUOVONO
No, non è stata una passeggiata né un sussulto contro la barbarie di artisti e intellettuali. Il movimento delle donne e degli uomini scalzi è cresciuto tra le persone comuni, un'ondata impetuosa di affermazione della dignità
FOTO

LA RESISTENZA OGGI MARCIA A PIEDI SCALZI MARTA BONAFONI

IL CANTO DI UN MONDO NUOVO MARCO BOSCHINI

A BOLOGNA LA STREET CHIAMA VENTIMIGLIA REDATTORE SOCIALE

IL RAPPORTO TRA I SESSI NEI PROCESSI EDUCATIVI
Mettere in discussione gli stereotipi di genere, materia per secoli fuori tema nella scuola, non è qualcosa che consegue automaticamente a una legge. L’educazione al rispetto reciproco tra maschi e femmine presuppone un lavoro di “presa di coscienza”, a partire dagli insegnanti, di che cosa sono stati tradizionalmente i destini di un sesso e dell’altro, i pregiudizi su cui si è costruito un dominio così duraturo, le conseguenze della divisione sessuale del lavoro, che il bambino interiorizza fin dall’infanzia nell’ambito domestico
LEA MELANDRI

SEMI, TERRA, LENTEZZA E PROFONDITÀ
"Il primo giorno di scuola? Siamo usciti fuori. Abbiamo cercato il nostro centro. Ci abbiamo messo una lumaca e ci abbiamo costruito intorno e in tondo cerchi di pere selvatiche, di foglie secche, di ghiande e legnetti, di sassolini colorati, di cous cous, di fave e lenticchie, di riso, di stracciabraghe, di mirto odoroso … Il nostro universo – che è sempre pluriverso – inizia da qui. Dal nostro mandala di semi di terra. Da questa armonia. Dal tempo che ci prenderemo senza fretta, il tempo che ci serve per imparare e vivere, per la scuola che vogliamo, lenta, profonda e dolce...."
ROSARIA GASPARRO, MAESTRA

EXPO, ECCO PERCHÉ NON PORTEREI I MIEI ALUNNI
Se accompagnate i bambini a Expo trovate un grande gioco: potrete timbrare il vostro “falso” passaporto (5 euro a documento) ad ogni Paese che visitate; divertirvi a fare l’henné sulle mani grazie alle donne ugandesi o della Mauritania; saltare sulle reti elastiche del padiglione del Brasile; fare fotografie seduti in una finta tenda berbera; realizzare il vostro menù greco preferito; scrivere il vostro nome con i chicchi di caffè o comprare braccialetti ricordo fatti con i semi. Ma non chiedetevi chi lavora quel caffè; non domandatevi quanti pozzi sono stati distrutti nei terreni dei territori occupati della Palestina; non azzardatevi a capire chi lavor a nei campi del Mozambico o del Burundi; non iniziate a farvi domande sui landgrabbing, i ladri di terra. Expo non è il posto dove farvi questi interrogativi e nemmeno dove trovare risposte
ALEX CORLAZZOLI

► ALTRI ARTICOLI SU EXPO

ANCORA PRIGIONIERO DELLE GIACCHE BLU
Oggi, 12 settembre 2015, Leonard Peltier, amerindiano di ascendenza Ojibwa Lakota (Sioux), compie 71 anni. Viene tenuto prigioniero nelle carceri degli Stati Uniti da 14.463 giorni, quasi 40 anni, accusato di aver favorito l’uccisione di due agenti federali nel 1975 nella riserva di Pine Ridge. Le circostanze esatte di quel conflitto a fuoco non furono mai chiarite, né provate, ma alla fine sul terreno rimasero tre corpi. Per il nativo ucciso non venne aperta alcuna inchiesta, per i due uomini dell’Fbi furono indagate tre persone. Peltier, esponente del Movimento degli Indiani d’America molto noto, era uno di loro. Il processo fu una farsa segnata da false testimonianze e presieduta da un gi udice razzista che non esitò a condannare Peltier al carcere a vita. Il 29 settembre Papa Francesco incontrerà Obama, si dice possa riuscire a convincere il presidente Usa a firmare quella grazia che Clinton aveva già deciso di concedere quando fu fermato, in extremis. dalle pressioni dell’Fbi. La grazia per un uomo innocente tenuto in prigione da 39 anni perché le “giacche blu” hanno occupato la sua terra e sterminato la sua gente. Un uomo a cui difficilmente il papa e il presidente nero chiederanno scusa. Scrivete due righe a Obama
MARCO CINQUE

DONNE CHIAMATE A PREPARARE UNA NUOVA UMANITÀ
"Viviamo in un Sistema che non ama la donna, non l’ha mai amata se non per usarla. È un Sistema che plagia - scrive Giovanna Mulas, scrittrice, in un messaggio rivolto in particolare a giovani donne -, formatta, che impone, con tutti i mezzi a disposizione, di apparire e avere, non Essere. Vi vuole ‘Miss’ e firmate. Chi o cosa si può arrogare il diritto di dirvi che siete ‘brutte’? .... È un Sistema che impone un modello di bellezza che non appartiene alla donna, che non è la donna, come i media vogliono invece farci credere .... Sistema, modello statunitense Usa & Getta, che sputa su femminilità e tutto ciò che comporta l&rsquo ;essere donna e vera; come la nostra fisiologica, storica Sorellanza con la Natura Madre ... Coltivate la mente Vi prego, approfondite ricerca e studio .... Non lasciate che vi prezzino, giovani donne, che vi etichettino. Non lasciatevi omologare: pensate criticamente sempre e comunque .... Siete, siamo donne chiamate a preparare una Nuova Umanità"
GIOVANNA MULAS

LA RABBIA DI SOFIA
Questa è Sofia Ashraf, giovane rapper indiana, come appare nel suo ultimo video (oltre tre milioni di visualizzazioni su YouTube). Sofia racconta le vicissitudini della popolazione e dei lavoratori di Kodaikanal, in India: da quattordici anni questa gente soffre perché Unilever ha scaricato nella città i residui tossici di mercurio dalla sua fabbrica di termometri. Nessuno dei lavoratori ha mai ricevuto compenso per quel che ha subito
MARIA G. DI RIENZO

UN CLIMA PESANTE PER L'AGRO-BUSINESS
Il sistema alimentare globale imposto dalle imprese transnazionali è una delle prime cause della crisi climatica indotta dall’uomo, un sistema dipendente dai combustibili fossili utilizzati per la produzione, la trasformazione e il trasporto degli alimenti che è responsabile di quasi la metà delle emissioni planetarie di gas serra. Quel sistema produce fame e obesità, accaparramento di terre ed espulsioni dalle campagne ma anche una crisi climatica su cui le imprese sperano di lucrare ancora con soluzioni finte ma redditizie vendute alle istituzioni e all’opinione pubblica mondiale. Via Campesina, il più grande movimento di piccoli coltivatori del mondo, sostiene che &e grave; la sovranità alimentare – basata sull’agro-ecologia contadina, le conoscenze tradizionali, la selezione, il salvataggio e la condivisione di semi adottivi locali, e il controllo sulle terre, la biodiversità, le acque, e i territori – la vera soluzione. In vista della Conferenza delle Parti (COP 21), che comincia a fine novembre a Parigi, chiama alla mobilitazione i movimenti sociali, le organizzazioni popolari e la società civile di ogni parte del mondo per opporsi alle false e rovinose soluzioni proposte dalle multinazionali
VIA CAMPESINA

PENSIERI SULLA DIGNITÀ DELLA POLITICA
Magari i lettori non ci crederanno ma noi di Comune – accusati spesso di “disfattismo” e perfino di “crudeltà”, quando si tratta di scrivere delle screditate istituzioni dello Stato e della politica – abbiamo un’amica, molto amica, che fa l’assessore. Sì, avete letto bene: l’assessore alle politiche sociali in un piccolo Comune, 40 mila abitanti, alla periferia di Roma. Beh, un paio di giorni prima di Ferragosto, Anna ci ha mandato dei suoi “pensieri” che non voleva affidare all’auto-referenzialità di un blog o di certi social network. Chiede timidamente se “sono pertinenti all’impianto di Comune-info&rd quo;. Nascono dallo sgomento, scrive, e “dal riscontro che la dimensione sociale vive solo nella quotidianità (che è tanta e bella), ma se ne sono ormai perse le parole”. Conoscete la mortificazione che si prova di fronte a un uomo di 70 anni che vive con 270 euro, dorme in macchina, ha mandato la moglie da un’amica e ha perso un figlio, morto in un incidente? Sono persone rapinate della loro umanità, a cui non sappiamo dare alcuna risposta, scrive. A noi è sembrata una lettera disperata e bellissima, da leggere tutta d’un fiato ma fino in fondo. Non è uno sfogo. Al di là di qualche concetto da discutere e ripensare, come quelli di welfare e diritti, è la sola politica che può avere un senso, quella dell’etica e della dignità
ANNA FOGGIA

UN'ECOSTAZIONE PER CAMBIARE UNA PIAZZA
Il progetto è ampio e investe la cultura del cibo e la necessità di ridurre e differenziare i rifiuti. Si chiama “Piazza verso rifiuti zero” e investe la città di Piazza Armerina, in provincia di Enna. I cittadini scambiano i propri rifiuti riciclabili con punti per acquistare prodotti alimentari a filiera corta
ECO DALLE CITTÀ

 

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Olio extravergine di oliva e dieta mediterranea: ridotto rischio di tumore al seno

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La dieta mediterranea e in particolare il consumo di olio extravergine d'oliva mettono al riparo dal tumore al seno. A confermare gli effetti benefici della nostra alimentazione è stato un nuovo studio coordinato dall'Università spagnola di Navarra e dal Centro di Ricerca Biomedica CIBERobn.

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15 immagini satellitari che mostrano l'impatto dell'uomo sul Pianeta Terra

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TreviNatura 2015: dal 25 al 27 settembre in Umbria un nuovo appuntamento con l'ambiente

Radici

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Da venerdì 25 a domenica 27 settembre a Trevi l’ambiente è al primo posto grazie alla manifestazione TreviNatura 2015. Sono in programma numerosi incontri dedicati sia agli adulti che ai bambini.

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La scuola come comunità di apprendimento felice

LA SCUOLA FELICE

Domani le scuole riaprono i battenti e in concomitanza con questo evento, una sorta di secondo Capodanno, mi capita ogni anno di fare buoni propositi per i mesi che verranno e che mi vedranno impegnata in una nuova sfida. Stavolta, però, più che stilare un elenco di promesse, vorrei fare un elenco dei miei sogni per una scuola che sia davvero “comunità di apprendimento felice”.

  1. Sogno una scuola in cui i docenti non solo insegnano, ma imparano anche insieme agli alunni. Sogno una scuola che sia una sorta di comunità di ricercatori, un laboratorio, in cui insieme si cercano le soluzioni ai problemi che via via si presentano, in cui ci si scambiano le risorse e le tecniche di lavoro. L’apprendimento diventerebbe dunque qualcosa che si vive quotidianamente tutti insieme, alunni più grandi che collaborano con quelli più piccoli, docenti più abili in qualcosa che supportano altri docenti che quella cosa non la conoscono o non la sanno fare: in poche parole, ampio spazio al cooperative learning e al cooperative teaching!
  2. Sogno una scuola in cui gli studenti siano attori, in prima persona, del loro apprendimento. Si è ormai consolidato il modello per cui l’insegnante fa la sua conferenza dalla cattedra e gli alunni ascoltano passivamente la lezione. È però assodato che questo sia il modo migliore per far odiare la scuola ai ragazzi e soprattutto il modo migliore per imparare poco e niente! Anche Piaget asseriva che il sapere non si trasmette, ma è frutto della volontà del soggetto. Non siamo infatti semplicemente vasi da riempire, ma siamo noi stessi acqua che prorompe e si espande! Vorrei allora decidere giorno per giorno, insieme ai miei alunni, cosa è più interessante studiare e il modo in cui è più divertente ed efficace apprendere, con buona pace delle programmazioni di inizio anno!
  3. Sogno una scuola accogliente ed ospitale. Ogni tanto circolano su Facebook foto di aule e sale docenti di scuole finlandesi o svedesi, che non somigliano neppure lontanamente alle asfittiche e deprimenti aule nostrane. Sarebbe bello se, tornando a scuola, trovassi un assetto completamente nuovo nella struttura e nel mobilio. Non mi trovo neppure a mio agio con la disposizione dei banchi, tutti in fila e rivolti verso la cattedra. Lo scorso anno, facendo lavorare spesso i ragazzi in gruppi, avevo creato delle “isole” di banchi in cui gli alunni potessero sedere guardandosi negli occhi e dunque collaborare attivamente. Lizanne Foster, un’insegnante canadese, in un suo articolo apparso su Internazionale del 4 settembre scorso, racconta di come nel corso degli anni abbia cercato di rendere la sua aula sempre più accogliente, aggiungendo tende e macchie di colore agli spazi spenti e grigi, portando divani, cuscini e anche una piccola cucina. Non sarebbe male se l’aula in cui i ragazzi passano molte ore al giorno potesse essere un po’ la loro piccola casa, se potessero personalizzarla e sentirla davvero loro…forse così la sporcherebbero anche un po’ meno!
  4. Sogno una scuola aperta, in cui le famiglie possano essere parte integrante del processo di apprendimento, portando ciascuna la propria storia e i propri saperi. Una scuola che non si arrocchi sulla presunta superiorità dei docenti, ma che accolga a braccia aperte nonni che coltivano orto e giardino, fratelli che suonano, papà che dipingono e mamme che cucinano!
  5. Sogno una scuola leggera: in molte scuole della Toscana è attivo il progetto “Scuola senza zaino”, che prevede che gli alunni trovino in classe tutti i materiali di cui hanno bisogno (dai libri alla cancelleria) e usino solo una cartella leggera per portare a casa gli eventuali esercizi. Mi piace molto questa idea di condivisione degli strumenti di lavoro. In effetti, quanti di noi si portano da casa quello che serve per lavorare? La maggior parte trova nella propria sede di lavoro quanto serve. Perché, dunque, a scuola dovrebbe essere diverso?
  6. Sogno una scuola “nuvola e terra”: una scuola che sappia usare in modo intelligente ed efficace le tecnologie (perché ormai è inutile proseguire con questo modello medievale di docente, che non sa neppure da che parte cominciare ad accendere un pc), ma che al tempo stesso riscopra i saperi che derivano dalla terra, dal coltivare con le proprie mani un orto biodinamico, come fa nella sua scuola Maria De Biase, la preside “terra-terra” per eccellenza.
  7. Sogno una scuola senza orari, aperta fino a tardi, una scuola che sia punto di riferimento per il quartiere in cui è inserita, una scuola da vivere anche il pomeriggio per lo sport, la musica e l’arte, materie troppo trascurate negli attuali programmi. In molte scuole questa è già una realtà, ma non dappertutto è così. Sarebbe bello se invece ciò divenisse la regola!
  8. Sogno una scuola senza compiti. Grazie al prof. Maurizio Parodi, ho raccolto la sfida interessante, sebbene ardua, di far capire agli insegnanti di ogni ordine e grado che è possibile imparare senza la penosa abitudine dei compiti a casa. Che le ore di scuola sono sufficienti per far apprendere in modo felice ed efficace ciò che serve nella vita. Basta solo ripensare al modo di insegnare.

Se ogni insegnante che legge questo articolo si impegnasse a rispettare questi punti, penso che la scuola potrebbe diventare davvero un luogo felice, in cui essere entusiasti di andare. Buon anno scolastico, allora!

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I lavori di settembre nell'orto. Anche questo mese c'è da divertirsi!

I lavori di settembre nell'orto. Anche questo mese c'è da divertirsi Settembre è un mese pieno di impegni per gli amanti dell'orto. I lavori non manc

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NL-Sett15

Settembre è un mese pieno di impegni per gli amanti dell'orto. I lavori non mancano, anzi, per chi coltiva questo è uno dei periodi più movimentati. Tra nuove semine, ultimi raccolti, irrigazioni e lavorazioni del terreno, è ora di concentrarsi sugli ortaggi.

COSA FARE A SETTEMBRE NELL'ORTO

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Il birdgarden (un giardino caratterizzato dalla presenza spontanea di varie specie di uccelli) può dare molte soddisfazioni agli amanti del giardinaggio e del giardino naturale.
Per realizzarlo però, bisogna prima di tutto ricreare un habitat ideale per i nostri ospiti alati, cominciando dalla scelta delle piante...

QUALI PIANTE SCEGLIERE PER CREARE UN BIRDGARDEN DA FAVOLA

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