lunedì 25 gennaio 2016

Torna la rivolta

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RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

MAGIE [DAVIDE LAMANNA, BINARIO ETICO]

Quando arriva la newsletter di Comune è sempre un momento magico. Le notizie scorrono sullo schermo e dentro le vene, le labbra non possono trattenere un sorriso di consapevolezza e d’incanto un tepore benefico riaccende la voglia di alternativa. Davide Lamanna, amministratore unico

KASSERINE. TORNA LA RIVOLTA
Così era cominciata la rivolta mineraria del 2008, così l’Intifada che nel 2011 aveva cacciato la dittatura tunisina di Ben Ali. Comincia sempre tutto con un giovane disoccupato alla disperazione che muore riunificando nella sua persona i mali collettivi. Cinque anni dopo la rivoluzione, per i giovani di Kasserine, delle regioni interne e della periferia della capitale non è cambiato nulla. Anzi, si vedono ancor più criminalizzati: sono poveri, sono giovani ma adesso sono visti anche come potenziali terroristi. Non lo dice solo un governo nefasto, che ha paura di loro e risponde con il coprifuoco. Lo scrivono anche i molti media che hanno messo in dubbio la spontaneità delle proteste inventando subito infiltrazion i jihadiste nelle manifestazioni. Difficile che il governo riesca a placare la rivolta con le assurde promesse che sta facendo e che non potrà mantenere. Le tentazioni del caos, della violenza e dell’ordine sono forti e il contesto regionale è ostile. La storia di questi anni si ripete ma oggi non è la dittatura bensì una democrazia malferma a non poter dare risposte a quei ragazzi, per chi avesse avuto voglia di ascoltare e di capire quel che sta avvenendo era stato largamente annunciato
SANTIAGO ALBA RICO

IL FILO DELLA MEMORIA

«Nella ninna nanna ebraica Oyfn pripetshik – la stessa che con tutta probabilità, le madri cantavano ai propri figli mentre li accompagnavano alle camere a gas – il rabbino insegna ai bambini l’alfabeto e dice loro: "Vedete, bambini, pensateci cari a quello che studiate. Dite ancora una volta e ancora una volta “A b c, a b c". Prenderete forza da queste lettere e guardate ancora in esse». Con i bambini e le bambine della mia classe - scrive Rosaria Gasparro, maestra - abbiamo guardato in ogni lettera per capire, conoscere e scolpire dentro di noi il ricordo. E abbiamo scritto il nostro Alfabeto della Memoria..." 
ROSARIA GASPARRO

I BAMBINI E LA GIORNATA DELLE MEMORIA
A quale età è opportuno cominciare ad affrontare tematiche quali la morte, le persecuzioni e la Shoah? Non è riduttivo concentrarsi su alcuni “giorni speciali” imposti dall'alto? Un’insegnante come può parlare dell’Olocausto, della persecuzione degli zingari o delle persone con handicap se in classe, seduti uno accanto all’altro, ci sono bimbi rom che vivono in una roulotte parcheggiata lungo il torrente e un bimbo tanto dolce che si regge a malapena sulle gambe sorretto da strani “aggeggi”? Un interessante punto di vista sul ruolo fondamentale svolto dalla scuola e dagli insegnanti
ANGELA MALTONI

ZINGARO DI MERDA
«Questa mattina al semaforo ho gridato “muto, zingaro di merda!” ad un automobilista che mi ha prepotentemente strombazzato con il clacson appena è scattato il verde. Ma poiché il signore al volante non era un rom o sinti, non si è trattato di un insulto violento a sfondo razziale e discriminatorio, era solo un’espressione un po’ volgare, dettata da un comprensibile stress derivante dalla guida... Poi giunto a scuola ho dato dell’ “ebreo schifoso” ad un vecchio che mi ha soffiato il parcheggio... Infine, salendo le scale del mio istituto, ho urlato “ma guarda dove vai, finocchietto” ad uno studente mal vestito che mi ha urtato con il suo lurido zaino... Oggi - scrive Matteo S audino, docente di storia e filosofia a Torino -, mentre lavoravo con i miei studenti sul senso del 27 gennaio, mi sono, ancora una volta, amaramente reso conto della stringente attualità della lezione sulla banalità del male di Hannah Arendt. Il nostro linguaggio nasconde la normalità della discriminazione e la banalità della violenza razziale...»
MATTEO SAUDINO

LOTTARE PER RIPRENDERSI LA POLITICA
Nell’estate scorsa il leader spagnolo di Podemos ha avuto il coraggio di dirlo in modo chiaro: “Si tengano le bandiere rosse e ci lascino in pace. Io voglio vincere”. Ha vinto quel che ha vinto: il sacro diritto a sgomitare. Non si tratta di cinismo, è la realtà del gioco elettorale: per vincere è indispensabile vendere l’anima, una volta arrivati in cima non è consentito tenersela. È per questo che la lotta è altrove. Deve resistere all’orrore di una guerra senza precedenti contro la vita in tutte le sue forme e costruire giorno per giorno nelle case, nelle famiglie, nelle comunità, nei collettivi, nelle organizzazioni di ogni tipo il mondo nuovo. Un mondo che si lasci alle spalle le relaz ioni sociali capitaliste e la loro forma di esistenza politica, il dispotismo democratico che prevale negli stati-nazione e nelle istituzioni internazionali. Quello che è appena cominciato sarà un anno di intensa lotta politica, nel bel mezzo della guerra. La lotta tra i politici, però, sarà irrilevante. La cosa più difficile e importante sarà lottare per la politica stessa, per riscattarla
GUSTAVO ESTEVA

IL BUSINESS CHE SPREME LE ARANCE
Le arance utilizzate per produrre i succhi che si consumano in Europa provengono per l’80 per cento dal Brasile e dagli Usa. Da lì il succo viene esportato in forma liofilizzata per essere poi allungato con l’acqua nel paese di destinazione. Dietro alla catena di produzione e fornitura c’è una manciata di multinazionali che ne detiene il controllo a livello globale e fa in modo di tenere il più possibile sotto silenzio le condizioni di lavoro, il massiccio uso di pesticidi e l’impatto ambientale che deriva dalla produzione. Una campagna europea ha condotto una ricerca in Europa e in Brasile per far luce su quel che i supermercati sono soliti occultare. Ecco i risultati
EL SALMON CONTROCORRIENTE

LA MEMORIA DEL PANE
Il lievito madre chiesto in prestito il giorno prima, la legna per il forno, la madia, la farina di grano tenero e quella di grano duro, il lungo lavoro di braccia, i cesti di paglia, il cercine e l’asse di legno e su cui poggiare i cesti con la pasta lievitata, il chiacchiericcio tra le massaie in attesa della cottura, il profumo del pane appena cotto... La memoria del pane nutre oggi persone e gruppi che sempre più spesso riscoprono l'autoproduzione. Non si tratta di nostalgie per chissà quale passato ma di accogliere con spirito critico il dogma "nuovo è meglio" e soprattutto di mettere in comune saperi, lentezza e condivisione
MICHELE MEOMARTINO

FUKUSHIMA OGGI, DOVE IL TEMPO SI È FERMATO
Ai giorni nostri Fukushima è probabilmente una delle catastrofi meno comprese perchè nessuno sa come riparare al danno né la vera entità del problema. Recentemente l'area è stata visitata da Arkadiusz Podniesinski, il noto fotografo documentarista di Chernobyl. Circa 20.000 lavoratori ripuliscono terreno e strade, strofinano manualmente le pareti, i tetti e le grondaie casa per casa e il materiale radioattivo e contaminato viene stoccato in grossi sacchi neri accatastati nella campagna circostante. Il governo dice che entro trent’anni i sacchi radioattivi verranno smaltiti, ma come? Il fotografo ha visitato in particolare la città di Futaba all’interno della zona vietata: uno slogan appeso sulle strade principali recita “Energia nucleare per un futuro radioso”. A Futaba all’improvviso il tempo si è fermato e non è cambiato più niente da quel fatidico giorno. Secondo gli ultimi dati sono 32 milioni i giapponesi vittime del disastro nucleare: il rischio generale di contrarre il cancro è aumentato, in particolare per coloro che al tempo del disastro erano bambini. Nel frattempo in Cina si progetta di costruire quattrocento centrali nucleari lungo coste e fiumi. Pensate quante nuove opportunità all’orizzonte
ROBERT HUNZIKER

LE GRANDI OPERE DEGLI ASSASSINI
Aveva giurato di difendere il fiume, anche a costo della vita. E così è stato. Hitler Ananías Rojas Gonzales, 34 anni, esponente di spicco di un gruppo ambientalista peruviano di Guardiani delle Lagune andine in lotta contro la costruzione di una diga è stato assassinato a bruciapelo nelle scorse settimane. Era stato eletto da poco sindaco di uno dei poblados minacciati dal bacino idrolettrico. Lascia la moglie e cinque bambini. Il killer è stato condannato in un fulmineo processo farsa a soli sei anni di reclusione. Era stato assoldato da chi costruisce fortune sulla realizzazione di grandi opere che devastano il territorio in zone del pianeta che l’ideologia estrattivista considera destinate “naturalme nte” alla pura estrazione delle materie prime. Aldo Zanchetta si domanda: noi ci associamo al dolore, esprimiamo solidarietà fraterna ma possiamo anche fare qualcosa di concreto per i cinque bambini di Rojas?
ALDO ZANCHETTA

PEZZETTINI DI UNA CITTÀ DIVERSA
Sotto il grigiore di una Roma soffocata dalla giunta rimossa, dalle ceneri di Mafia capitale, dalle decine di minacce di sgomberi di spazi sociali, dall'"emergenza" smog, non smette di muoversi una città differente, che ricompone relazioni, che porta la cultura in periferia, che rifiuta la dittatura del profitto, che immagina e sperimenta nuove ribellioni. "Pezzettini" è molto di più di una festa della lettura (gratuita e aperta a tutte e tutti), è un modo per squarciare quel grigiore senza attendere e senza delegare: perché quando le scuole si animano e si riempiono di libri, le case editrici e le librerie si mettono gioco con autori e autrici, quando cittadini e associazioni si pren dono cura del territorio attraverso una maratona di lettura di due giorni (ricca anche di giochi), significa che la città è già diversa
PATRIZIA SENTINELLI

RIAPPROPRIARSI DI SPAZI URBANI
"Sentiamo l’esigenza di aprire spazi che diano voce ai nostri bisogni e concretezza alle nostre necessità quotidiane; spazi che ci sottraggano alla marginalità... Forti delle esperienze cittadine di recupero di stabili ad uso abitativo da parte dei migranti, vogliamo riappropriarci di uno spazio abbandonato per metterlo a disposizione di nuove sperimentazioni sociali, artistiche... dove progetti e pratiche di autogestione produttiva, agricola eartigianale, già presenti in città, possano incontrarsi, riprodursi e sostenersi reciprocamente... dove tutt* possano essere partecipi dei processi decisionali, attraverso la condivisione e l’autoregolamentazione collettiva...". Appelli come questo dimostra no che la società è più in movimento di quanto media e istituzioni riescano a immaginare. Appelli come questo si diffondono sempre più spesso in molte città (ad esempio a Bari)
CAMPAGNA RI-FIACCIAMOLA

L'AUTOGESTIONE SI FA IN COOPERATIVA
Molte delle piccole cooperative di lavoro che stanno nascendo in Cile sono composte di giovani al di sotto dei trenta anni che hanno vissuto da protagonisti il grande movimento studentesco del 2011. Non si tratta solo di mettersi insieme per fare l’interesse dei soci, come recitano i vecchi statuti, ma di provare a cambiare in modo concreto la società costruendo relazioni diverse, fondate sull’autogestione, il consenso e l’impegno sociale
MICHELA GIOVANNINI

LA RIPRESA
Si chiama economia della crescita. Dicembre 2015: per la prima volta dal 2006, risultano in aumento le morti sul lavoro in Italia; alto il numero delle vittime sopra i sessant’anni, conseguenza dell’innalzamento dell’età pensionabile; le malattie professionali nel 2014 sono aumentate di 5.600 unità. Matteo Renzi, 4 gennaio 2016: “Il Paese è fuori dal pantano e dopo anni di grigiume il clima è decisamente cambiato"
MARIA G. DI RIENZO

 

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