lunedì 21 dicembre 2015

E ora chiedete scusa al popolo degli ulivi

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RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

E ORA QUALCUNO CHIEDA SCUSA AL POPOLO DEGLI ULIVI
L'indagine che ha bloccato le eradicazioni degli ulivi in Puglia non sarebbe mai emersa senza la nascita del popolo degli ulivi. Un movimento territoriale eterogeneo di persone comuni, senza leader, creativo, da tanti ignorato o aggredito. Quel movimento ha dimostrato che è possibile lottare, che questo, nonostante tutto, è il tempo del fare
GIANLUCA CARMOSINO

SOGNI COMUNI
[Massimiliano Guerrieri, Villa Baldassarri, Salento - Le]
"Contribuisco certamente alla campagna di Comune. Perché, oggi più che mai, chi contribuisce a costruire sogni comuni è qualcosa di molto prezioso, qualcosa che assume lo stesso valore dell’aria che respiriamo"

INDIPENDENTE
[Crocifisso Aloisi, Salento]
"Aderisco alla campagna di sostegno per Comune. Ho apprezzato più volte la qualità dell’informazione divulgata dal giornale online. Informazione a 360 gradi e sopratutto, indipendente. Un caro saluto a tutti voi".

LA GUERRA CONTRO LA TERRA
L'assalto contro la Terra scatenato duecento anni fa dai paesi di più antica industrializzazione non si è affatto concluso. Il coro entusiasta che si è levato sull'accordo sul clima è del tutto fuori luogo. Il contatore della Organizzazione Mondiale della Salute che registra le morti premature, l’asma e le bronchiti croniche causate dall’inquinamento atmosferico continuerà a girare. A Pechino come nella Pianura Padana. Per questo abbiamo sempre più bisogno dell’alleanza di tutti i sindaci e dei cittadini, per poter agire dove conta e dove le iniziative possono essere prese in pochi giorni
PAOLO CACCIARI

MENZOGNE SILVIA RIBEIRO
LA MAGIA DI PARIGI ALBERTO ZORATTI
BUONE COMPAGNIE PER IL DOPO COLLASSO CARLOS TAIBO
IL BIVIO DI PARIG I / DOSSIER
25 COSE DA FARE SUBITO PER IL CLIMA ALBERTO CASTAGNOLA

LA VECCHIA TALPA PERFORA LA PIETRA
Tre mesi di proteste e gli studenti medi di São Paulo sono riusciti a sconfiggere il governo statale del neoliberista Geraldo Alckim, che a settembre aveva annunciato la riorganizzazione del sistema educativo pubblico. Una “riforma” che prevedeva la modifica dei cicli, la chiusura di 93 centri nella periferia popolare e il conseguente trasferimento di oltre 300 mila studenti. I ragazzi si sono auto-organizzati e hanno opposto una resistenza vivace, forte e creativa. Col passare dei giorni, poi, il movimento si è esteso, e i centri occupati sono diventati in poche settimane 196, gli studenti sono usciti dalle scuole portando la protesta nelle strade. Nei primi giorni di dicembre, infine, il governatore s’è visto costretto a sospendere la tanto anelata e urgente riorgan izzazione. A oltre due anni dalle grandi proteste del giugno 2013 – mentre il governo federale progressista fatica ad arginare l’offensiva della destra e perde ogni giorno credibilità e consensi – è nato un movimento che ne prosegue per molti versi il cammino e mostra che c’è un’energia sociale sufficiente – fuori dalle istituzioni, dai partiti e dai sindacati – per ricominciare a cambiare lo stato delle cose in Brasile
RAÚL ZIBECHI

NON LASCEREMO SOLO I MAESTRI
Il grande movimento dei “maestros” di alcuni stati messicani attraversava un periodo di stanchezza. Le troppe marce, gli scioperi, i presìdi lo avevano indebolito e poi il governo aveva lavorato con efficacia e determinazione alla corruzione dei leader. Vasti settori della società, nello Stato di Oaxaca, quello tradizionalmente più combattivo, avevano mostrato chiara avversione nei confronti della protesta contro la riforma dell’educazione imposta dal presidente Enrique Peña Nieto. È stato allora che il governo federale e quello statale hanno pensato di poterli schiacciare una volta per sempre, quegli insegnanti votati alla ribellione cronica. Un grave errore. La militarizzazione dei territori e la repressione aperta, con decine di migliaia di poliziotti che costringevano gli insegnanti di Oaxaca e Guerrero a ridicoli esami di valutazione, hanno esasperato la gente. Le organizzazioni indigene, molto forti in quei territori, hanno detto che non lasceranno soli i maestros e il grande movimento ha cominciato pian piano a ricomporsi dal basso. La “Buona Scuola” dei governi autoritari fa miracoli anche dall’altra parte dell’oceano
GUSTAVO ESTEVA

LA POLITICA DEL DESIDERIO
“La rivoluzione, come il desiderio, è inevitabile e imprevedibile, e non finirà mai di sconvolgere i custodi del terreno dei bisogni”. Il 21 dicembre '89 moriva Elvio Fachinelli. Un articolo di Lea Melandri per ricordare il grande psichiatra e psicoanalista che, per il suo straordinario tentativo di cercare nessi tra ambiti apparentemente separati (natura e cultura, individuo e collettivo, inconscio e coscienza, sogno e realtà...) disturbò non poco psicoanalisti e marxisti
LEA MELANDRI

UNA RIVOLUZIONE CULTURALE E POLITICA
[Lea Melandri]

"Cari amici di Comune, come potrei non dare il mio sostegno al vostro prezioso e instancabile impegno, in cui riconosco idee, pratiche, azioni che hanno segnato il mio lungo percorso, a partire dagli anni ‘70 – il movimento non autoritario nella scuola e il femminismo –, una rivoluzione culturale e politica che
si rivela oggi più attuale che mai? In una nota redazionale della rivista “L’erba voglio”, Elvio Fachinelli ed io scrivemmo che non pretendevamo di “essere il comitato centrale di nessun partito” e che “proprio per questo”eravamo sicuri di poter svolgere “un lavoro politico serio”.

L’idea di un luogo “comune” – così come la ritrovo su Comune – la esprimemmo allora con l’immagine del “contrappunto”: il tentativo di “intessere diverse voci in un insieme comune, secondo regole rintracciabili nel corso del lavoro”. E quello che ritrovo con piacere nei vostri articoli, aperti e attenti alle problematiche più divere ma ispirate all’idea di ‘accomunamento’, ricerca di nessi che già ci sono e che basta portare allo scoperto.

Saltati i confini tra privato e pubblico, la politica non può che essere ripensata da tutto ciò che è stato considerato “non politico”, “naturalizzato” e destinato a una “permanenza” senza tempo. Le mie risorse economiche sono limitatissime, per avere dedicato tanti anni della mia vita a un impegno culturale e politico nel femminismo, del tutto gratuito. Un libertà, un rischio, una follia che mi ha tuttavia ripagato di tanti riconoscimenti e affetti. Avrete comunque il mio sostegno… Grazie e auguri, Lea"

 

JUNIOR VOLEVA ESSERE UN BAMBINO
È stato rapito a scuola dai guerriglieri a soli dieci anni per essere trasformato in un soldato e costretto a combattere, rapire, uccidere. Junior è nato nella regione del Kivu, in Congo, ricca di minerali, a cominciare dal coltan indispensabile per i nostri smartphone. Junior oggi è libero e racconta il suo passato, sospeso tra il sollievo di essersi salvato e l’angoscia per la consapevolezza che quell’inferno, per qualcuno, esiste ancora, anche se multinazionali e Stati fingono di non sapere. Con la sua associazione Paix pour l’enfance Junior aiuta i bambini vittime della guerra, garantendo loro anche l’accesso allo studio. Junior viaggia e racconta: nessuno potrà restituirgli l'infanzia ma lui non smette di raccontare, racconta per far sapere, per aprire gli occh i, perché la conoscenza è potere. Potere di capire, di non voltare la testa, di avere il coraggio di desiderare un mondo migliore
MARGHERITA BO

BENVENUTI A SAN GIOVANNI
Vogliamo accompagnarvi in una passeggiata lungo viale Castrense, a due passi dalla Basilica Lateranense. Una passeggiata dentro e contro la speculazione romana. A spasso per cambiare la città
SANS PAPIERS E SCUP

MIGRA MAN E GLI ALTRI FANTASTICI SUPEREROI
Tutti i super poteri del migrante nella Giornata a lui dedicata per il 2015: il potere di partire, quello di sopravvivere, il potere di arrivare. "... Nella terra sottratta nel sonno ai nati con la camicia, perfino già stirata, sono dei super eroi. Che non sognano altro che salvare se stessi. E il futuro di tutti noi... "
ALESSANDRO GHEBREIGZIABIHER

IL GRIDO DI LAMPEDUSA
Da oltre vent'anni Lampedusa è stata scelta come frontiera europea e avamposto militare. Il centro per migranti è stato l’elemento catalizzatore di questo processo oltre ad essere una prigione dove si fa profitto su chi fugge da guerre e sfruttamento (alimentati da secoli dall'Occidente). Tutti sanno tutto dal prefetto al sindaco ai ministri, ma si continua con la farsa della Lampedusa accogliente e della retorica umanitaria delle varie associazioni e confraternite che qui fanno grandi guadagni con “l’affare accoglienza”. La questione delle migrazioni è stata funzionale a una strategia di guerra nel Mediterraneo e nel Medioriente. Intanto, pur avendo avuto medaglie, riconoscimenti di vario tipo, candidature al nobel per l a pace, Lampedusa ha tutt’ora scuole inagibili, una situazione sanitaria precarissima, un territorio completamente militarizzato Qualsiasi modo diverso di pensare le migrazioni e di rifiutare la guerra passano per quest'isola. Un appello da firmare subito

COLLETTIVO ASKAVUSA

GIOIELLI
In Danimarca c’è una proposta di legge, che probabilmente verrà votata e approvata a gennaio, che prevede la possibilità per la polizia di sequestrare i gioielli ai migranti che entrano nel paese, per poi rivenderli e così “sostenere le spese del loro mantenimento nella nazione”. Esattamente come facevano i nazisti con gli internati nei campi di concentramento, a cui sequestravano i beni “perché pagargli la mensa aveva un costo”... "Voi siete quella roba lì. Siete quella roba lì anche se cambiate slogan, se vi fate i selfie - scrive Saverio Tommasi-, se il mercoledì andate a calcetto... SEGUE QUI

SERVIZI
«L’ultima idiozia in tema di prostituzione: “Si tratta di acquistare un servizio, non una persona”. Se la prostituzione è un servizio - scrive Maria G. Di Rienzo - e non concerne il comprare corpi umani, allora non dovrebbe avere alcuna importanza chi questo servizio fornisce. Non state mica a guardare com’è fatto e com’è vestito e quanti anni ha e di che sesso è il vostro idraulico, giusto? Deve aggiustarvi il rubinetto e cioè fornirvi un servizio, come la cassiera al supermercato o l’autista del taxi. Quindi, il prossimo servizietto orale lo acquisterete senza problemi e indifferentemente da... SEGUE QUI

PALESTRE DI SALUTE COMUNITARIA
Sia a livello nazionale che internazionale, vengono documentate sempre più spesso esperienze di formazione che si svolgono al di fuori dall’aula universitaria e che prendono vita nei contesti della vita di ogni giorno, nei quartieri e nelle strade dei propri territori, laddove le dinamiche sociali si vivono e si apprendono attraverso il coinvolgimento diretto delle persone. Si tratta di vere palestre di salute globale che cercano di favorire la presa di coscienza dei meccanismi sociali, economici e individuali che agiscono sulla salute del singolo e della comunità
SALUTE INTERNAZIONALE

 

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