lunedì 14 dicembre 2015

La magia di Parigi

FACCIAMO COMUNE INSIEME

RACCONTARE IL MONDO OGNI GIORNO PER NON ABITUARSI AL DOMINIO

Prima settimana di campagna. Una pioggia di idee, sostegno ed entusiasmo... Avanti tutta
LEGGI LE PRIME ADESIONI

Uno sguardo limpido [Annalisa Mugheddu]
"Sì che voglio aiutarvi, e con voi me stessa, le persone a cui tengo, e il prossimo mio più debole, escluso e non visto. Perché Comune è uno sguardo limpido e partecipe sul mondo, una voce che è denuncia e poesia, una rete di sensibilità e azioni concrete. Perché credo nel fare collettivo, che parta dal piccolo, dal quotidiano consapevole, e diventi una forza gentile e insistente di cambiamento"

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CI SONO MOLTI MODI PER FARE COMUNE INSIEME
L'ingresso di brecciolino che porta alla sala teatro di Casale Falchetti venerdì e sabato sera non aveva le sfavillanti luci natalizie del centro commerciale situato dall'altra parte della strada. Aveva molto di più: la vita vera. In questo angolo di periferia romana tanti e tante hanno messo in comune idee, desideri, sguardi, fragilità, parole (società, terra, ecovillaggi, clima, ribellarsi facendo, lotta, convivialità...), domande, cibo buono, canti. Vita vera. Qui alcune foto della partecipatissima Taverna comunale di sabato sera, un grazie in particolare all'accoglienza del "Laboratorio sociale autogestito 100 celle"
GUARDA LE FOTO

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LA MAGIA DI PARIGI
Bisognerebbe essere prestigiatori, come spesso i governi sanno essere, per tenere insieme le ambizioni dell'accordo sul clima con le misure messe in atto. L'accordo ha salvato Francia e Cop21, non la lotta al cambiamento climatico. L’accordo di Parigi è storico, perché è l’ennesima occasione persa. Perchè mette le basi per un sistema post-Kyoto, con impegni non più vincolanti, in un processo che è più attento agli interessi economici delle grandi imprese e a quelli politico-tattici dei governi che non all’esigenza di invertire la rotta. Se il Paris Agreement dà ossigeno a una Francia sotto attacco e a una Cop in crisi di identità, non dà strumenti veramente efficaci per contrastare il caos climat ico, anche se, nei fatti, rimette al centro il ruolo dei governi e dei loro piani di azione. La palla torna sui territori e in questo, i movimenti sociali e cittadini, dovranno saper giocare all’attacco
ALBERTO ZORATTI

MENZOGNE
Con l’accordo di Parigi, i paesi maggiormente responsabili del cambiamento climatico hanno sorprendentemente sostenuto l’obiettivo di cercare di limitare l’aumento di temperatura globale a 1,5 gradi centigradi. Questo implicherebbe una riduzione delle emissioni di più dell’80 per cento entro il 2030: un’eventualità che però gli stessi governi rifiutano. Per attenersi all’accordo della Cop21 ricorreranno quindi ad altri strumenti: geoingegnerie, tecnologie ad alto rischio come il nucleare, incremento del mercato del carbonio e anche peggio, come la manipolazione della radiazione solare. Un percorso che va smantellato subito. “Non si tratta di ridurre, non si tratta di obiettivi bassi, non si tratta di affrontare il cambia mento climatico – scrive Silvia Ribeiro – Non sono false “soluzioni”. Sono menzogne”
SILVIA RIBEIRO

FINANZIARE ANCORA GLI INQUINATORI?
Cap and Trade, il finanziamento e la compensazione delle emissioni inquinanti negli ultimi anni ha rivelato tutta la sua dannosità. Sostenere quel commercio significa abbandonare la crisi climatica alla “legge della giungla”. Ha ragione Naomi Klein: “Ma se il cambiamento climatico comporta rischi pari a quelli di una guerra nucleare, allora perché non reagiamo con la serietà che un tale paragone implicherebbe? Perché non ordiniamo alle aziende di smetterla di mettere a rischio il nostro futuro, invece di corromperle e cercare di convincerle?...”
ALBERTO CASTAGNOLA

BRUTTO CLIMA PER LA FINANZA
Il mercato finanziario fa di tutto per ignorare il cambiamento del clima, per negarlo, per sottovalutarlo
UGO BIGGERI E ANDREA BARANES

IL BIVIO DI PARIGI / DOSSIER

RIPARTIRE DAL TERRITORIO, RICOSTRUIRE COMUNITÀ
Abbiamo bisogno di resistere alla prepotenza del mercato globale, di ripartire dal territorio e dall’agricoltura. Si tratta di liberare la terra dall'abbandono e dal cemento per riconnettere agricoltura e comunità, città e campagna (foto: il corteo della carriole di Mondeggi Beni Comune, straordinaria fattoria senza padroni, Firenze 8 dicembre; foto di Eliana Caramelli)
ROSSANO PAZZAGLI

LA CULTURA DELL'HUMUS PUÒ SALVARE IL MONDO
Ogni essere vivente ospite di questa Terra è costituito da catene di carbonio. L'uomo, però, con l'uso sconsiderato del petrolio, dei combustibili fossili e con altre irresponsabili attività ha sconvolto in maniera radicale il ciclo del carbonio. Tuttavia, ognuno di noi può compiere un'azione che, seppur piccola, è di grande importanza: producendo humus, attraverso il compostaggio, può restituire alla terra il carbonio che ci presta. "Produrre compost, humus, a partire dalle rimanenze dei nostri raccolti, dagli escrementi degli animali, dagli avanzi del nostro cibo: bisognerebbe insegnarlo nelle scuole così come si insegnano le addizioni e le sottrazioni. Nei programmi dei partiti politici dovrebbero, i n primo piano, figurare progetti per riciclare in questo modo tutta la materia organica possibile..."
GUSTAVO DUCH

L'ARGENTINA CHE SARÀ GOVERNATA DA MACRÌ
Non sarà certo una passeggiata la pretesa del nuovo presidente liberista argentino, Mauricio Macri, di cancellare le verità storiche sui crimini delle giunte militari a lungo rimossi e finalmente riconosciuti negli anni della presidenza di Nestor Kirchner e della moglie Cristina Fernandez. Lo si è visto quando ci ha provato il quotidiano la Nación, con un editoriale che invocava la fine delle “vendette” contro gli anziani torturatori della dittatura e metteva sullo stesso piano il terrorismo di stato dei militari e i gruppi che miravano a “seminare l’anarchia nel Paese”. La risposta dei lavoratori del giornale conservatore, riuniti in una storica assemblea con 300 persone, & egrave; stata netta: “Sì alla democrazia, alla continuazione dei processi per crimini contro l’umanità e no all’oblio”. La società argentina che trova Macri è ormai molto diversa da quella del Punto Final sulla memoria e dell’ultraliberismo dei tempi di Menem. Oggi c’è una galassia di isole e scogli che renderanno difficile la navigazione del governo e gli imporranno cautela. Se Macri pretenderà di annichilirli andrà incontro a grossi guai. Gli argentini de abajo hanno coniato il concetto di pueblada proprio per designare una pratica trasformata in azione collettiva contro l’autoritarismo, una pratica che vanta ormai una lunga tradizione e ha più volte segnato la storia del paese [foto: l’assemblea dei lavoratori de la Nacion contro l’editoriale della direzione del giornale #nunca más]
RA&Uacu te;L ZIBECHI

WTO, VENT'ANNI E SENTIRLI TUTTI
La Wto è in crisi strutturale: Usa e Ue vorrebbero fargli il funerale per fare spazio ai trattati-capestro come T-tip, Ceta, Tisa e Tpp. Il futuro prossimo? La Wto si piegherà a fare la comoda cornice per la nuova aggressiva agenda di liberalizzazione in corso oppure scomparirà uccisa dai suoi stessi genitori. Ne piangiamo le sorti? No, no di certo... Dal 15 al 18 dicembre si tiene a Nairobi la decima assemblea dei ministri del commercio dei paesi della Wto
MONICA DI SISTO

GLI ABBATTITORI DEGLI ULIVI SCOMMETTONO SUL 90
Lo Stato italiano ha novanta infrazioni europee aperte ma pare che sia pronto a risolvere presto solo quella della farsa Xylella. Insomma, cercheranno di convincere il distratto cittadino che gli abbattimenti degli ulivi malati sono indispensabili anche con lo spauracchio della procedura di infrazione. "Appare evidente che ci troviamo in questa assurda situazione perché qualcuno è andato a riferire all’Ue, tra le altre cose, della bufala del milione di ulivi infetti - spiega Crocifisso Aloisi dal Salento - senza aver mai indicato dove fossero localizzati e senza aver mai fornito un milione di test positivi... ". Si tratta di “agire subito”, dicono gli abbattitori, ma "agire subito" significa in questo caso provocare danni irreversibili e inestimabili al territorio e all’indotto turistico-economico (con migliaia di ulivi anche ultrasecolari abbattuti per fare spazio a qualcos’altro) e alla salute dei cittadini per l’uso dei pesticidi/insetticidi... Un capolavoro
CROCIFISSO ALOISI

LAVORO A MAGLIA E DONO. TRAME DI UN MONDO DIVERSO
La passione per il lavoro a maglia è antica e non finisce mai. Organizzate in quaranta gruppi locali, almeno 1.500 donne sparse in tutta Italia hanno deciso di mettere a disposizione la loro competenza a favore delle bambine e dei bambini nati prematuri. Si ritrovano grazie al passaparola e ai social network, si incontrano una o due volte al mese nelle case, nelle biblioteche, nei centri civici. Si scambiano modelli, confrontano tecniche di lavoro a ferri e a uncinetto e si sono dotate di “ambasciatrici” che hanno il compito di contattare le strutture ospedaliere più vicine. Ad oggi, cinquantuno reparti di pediatria e terapia intensiva neonatale in tutta Italia si riforniscono dei loro lavori. Gra tuitamente, ovviamente
PAOLO CACCIARI

QUESTO DETTATO CONTIENE UN SACCO DI BUGIE
«Ogni occasione è buona per imparare divertendosi. Così, qualche mattina fa, una bellissima discussione sulle bugie - scrive il maestro Paolo L. - ha prodotto questo dettato di cui Gianni Rodari sarebbe orgoglioso: “A proposito di bugie. Dettato difficilissimo. Questo dettato contiene un sacco di bugie. Quindi, tanto per dire, non sarà per niente difficile. In compenso questo dettato sarà corto e sarà pieno di nomi di animali. Martello, astuccio, mongolfiera, treno, Asdrubale, Giovannino, motocicletta, lavatrice, pennarello, mappamondo...
PAOLO LIMONTA

LE CULTURE SONO SEMPRE IN MOVIMENTO
La tentazione o l’occasione di prevaricare culturalmente può verificarsi più facilmente quando si sbandiera la propria cultura come tradizione. Ma la tradizione è sempre e solo un trasloco che si fa dal passato al presente: non è dunque inalberando le insegne della propria "cultura" che si possono risolvere i conflitti della convivenza sociale, ancora più errato se questo accade nelle scuole. Le vicende di Rozzano e dintorni dimostrano che alla scuola dei piccoli prende ancora il sopravvento il pensiero dei grandi, delle loro tradizioni, dei loro conflitti. E dimenticano come le nostre classi siano oggi "assemblee plurali e pluralistiche - scrive Giovanni Fioravanti, docente di Filosofia e Scienze dell&rsquo ;Educazione e dirigente scolastico -, culture ancora in fieri, non definite, per la giovane età dei loro portatori, per la non chiara identità degli ambienti di provenienza, culture di famiglie giovani che non sono più la famiglia tradizionale di soli pochi decenni fa, culture di prima, di seconda immigrazione e via dicendo. Culture in movimento... Vogliamo crescere i nostri figli, le nuove generazioni, con l’affermazione del valore non delle tradizioni ma della persona... "
GIOVANNI FIORAVANTI

 

 

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