| | | | | | Inoltra questa email ad un amico, clicca qui Ciao , ecco la tua copia di Verde Quotidiano di oggi, Giovedì, 23 Aprile 2015: | | | | | | | | | | | | | | | | Sciatica: sintomi, cura e rimedi naturali (anche in gravidanza) La sciatica, o sciatalgia, è una sensazione di intenso dolore alla gamba e alla parte bassa della schiena causata dall'irritazione del nervo sciatico, un nervo che origina dal plesso sacrale. Si tratta del nervo più voluminoso di questa zona del nostro corpo. Si presenta molto spesso in gravidanza a causa della compressione esercitata dall'utero proprio su questo nervo. Leggi tutto | | | | | Aloe Vera: 10 ottimi motivi per coltivarla in vaso o in giardinoRadici  L'aloe vera è soltanto una delle oltre 500 varietà di aloe presenti nel mondo, ma è stata ed è ancora la più utilizzata nel corso della storia per il trattamento di disturbi del nostro organismo, ad uso sia interno che esterno. Questa pianta offre una gamma straordinaria di benefici per la salute. Ecco 10 ottimi motivi per coltivare l'aloe vera in vaso o in giardino e per utilizzarla come rimedio naturale. Leggi qui come coltivare l'aloe vera. 1) Vitamine. L'aloe vera è ricca di vitamine del gruppo B. Contiene vitamina B1, importante per il metabolismo, in particolare dei carboidrati, vitamina B2, che migliora la digestione e aiuta a sintetizzare altre vitamine, vitamina B3, che contribuisce a ridurre i livelli del colesterolo LDL, e altre vitamine benefiche per il nostro organismo. 2) Sali minerali. Tra i sali minerali presenti nell'aloe vera troviamo il calcio, che migliora la densità ossea ed è fondamentale per la salute cardiovascolare e per il sistema nervoso. L'aloe vera contiene anche rame, ferro, zinco e potassio, importante per le funzioni cerebrali e per la regolazione dei fluidi nel corpo. 3) Amminoacidi essenziali. L'aloe vera contiene 8 amminoacidi essenziali, tra cui la lisina, che aiuta la produzione di elastina e di collagene, per favorire il ringiovanimento della pelle, e la metionina, fondamentale per la funzionalità epatica e la funzione cardiovascolare. Contiene anche leucina, valina, isoleucina e istidina. 4) Proprietà digestive. Il succo di aloe vera può aiutare in caso di problemi digestivi in modo molto simile al gel d'aloe vera che lenisce la pelle scottata, il succo d'aloe vera allevia i disturbi delle pareti dello stomaco e dell'intestino. 5) Proprietà antimicrobiche. L'aloe vera contiene numerosi componenti che inibiscono la crescita di batteri, germi, funghi e altri microrganismi. Tra questi troviamo lo zolfo, l'acido ureico, l'acido salicilico e l'acido cinnamico. 6) Sistema immunitario. L'aloe vera rinforza il sistema immunitario, dato che contiene polisaccaridi in grado di stimolare le sue funzioni. Il succo di aloe vera contiene anche antiossidanti e vitamina C che aiutano a rafforzare ulteriormente il sistema immunitario. 7) Steroli vegetali. L'aloe vera, con particolare riferimento al succo di aloe vera, contiene steroli vegetali che hanno un effetto positivo sul nostro organismo, in particolare aiutano ad abbassare il colesterolo e hanno funzioni antimicrobiche e antinfiammatorie. 8) Detox. L'aloe vera è un rimedio purificante che permette di aiutare l'organismo a liberarsi dalle tossine attraverso le funzioni dell'apparato digerente. Il consumo di succo di aloe vera può aiutare ad espellere le tossine più facilmente con la sudorazione. 9) Acidosi. Acidità e infiammazione possono creare nel nostro organismo un ambiente adatto allo sviluppo di disturbi e malattie. L'aloe vera ha un potere alcalinizzante e la sua assunzione sotto forma di succo può essere utile in caso di acidosi. 10) Proprietà lenitive. Uno dei motivi principali per coltivare l'aloe vera è la possibilità di estrarre i suo gel dalle foglie per applicarlo sulla pelle in caso di arrossamenti, irritazioni e scottature solari grazie all'immediato effetto lenitivo. L'aloe vera, infine, è adatta per prendersi cura della pelle e dei capelli con maschere e impacchi. Marta Albè Fonte foto: naturallivingideas.com Leggi anche: Aloe vera: come coltivarla e utilizzarla Segui Radici su Twitter e Facebook | | Un vaso intelligente per le tue piantine aromaticheLaura Narcisi
 Con la primavera, come ogni anno, torna la voglia di far crescere fiori e piante e spesso sentiamo il desiderio di avere sul nostro davanzale qualche piantina aromatica a cui attingere quando ci dedichiamo all’attività culinaria. Ci capita allora di acquistarle in brutti vasetti di plastica che richiedono poi un coprivaso, oppure decidiamo di travasarle e allora andiamo alla ricerca della torba e di un vasetto più grazioso in cui porle. A questo punto, per chi, come chi scrive, non è dotato di pollice verde, inizia la fase più difficile: dobbiamo ricordarci di bagnarle con la giusta quantità d’acqua per garantirne la sopravvivenza! Il kit Herbarium, ci è sembrata davvero una proposta intelligente che fornisce in un’unica confezione tutti gli elementi per diventare “piccoli coltivatori”: il vaso esterno in cui mettere l’acqua e un vaso interno (di cui spunta il bordo bianco) nel quale porre la torba, semi assortiti e uno stoppino che fuoriesce dal fondo per assorbire l’acqua sottostante. Il risultato estetico, risulta decisamente azzeccato: ci piace la scelta dei colori proposti e soprattutto risulta piacevole il contrasto fra l’opacità del coccio e la lucidità della ceramica bianca. Quello che non si vede ed è altrettanto importante è che Herbarium non è un prodotto industriale, ma è realizzato da una realtà artigiana veneta che da anni lavora la ceramica con materiali naturali unendo abilità tecnica e design e vendendo i suoi prodotti online per contenere i costi di distribuzione (Herbarium è disponibile su www.slowcraft.it). E’ interessante vedere come alcune realtà artigiane italiane riescano a seguire questa filiera virtuosa ed è apprezzabile lo sforzo compiuto per superare le forme classiche più diffuse, proponendo oggetti curati che si inseriscono benissimo anche nelle case più moderne. | Prima la salute, poi il profittoAndrea Bertaglio  Era l’estate del 2009, e mi trovavo a San Francisco per il matrimonio di mio cognato, che a quel tempo viveva e lavorava là. Da buon turista italiano inconsapevole, per me California significava sole e spiagge - un po’ come per un americano medio Italia significa pizza e mandolino, anche se il mandolino suonato su una gondola di Venezia, invece che nel golfo di Napoli. Un errore madornale. La California infatti è grande, più dell’Italia, e il clima non è lo stesso ovunque. Arrivato a San Francisco con la mia imbarazzante camicia a fiori, infatti, ho dovuto da subito fare i conti con un clima che, soprattutto in certe ore del giorno e della notte, era tutt’altro che estivo, seppure si fosse nella prima metà di agosto. Ho tenuto duro, e anche tutto il secondo giorno, speso in gran parte all’aperto con tanto di barbecue in un parco pubblico, l’ho passato in maglietta a maniche corte. Una cocciutaggine punita già il terzo giorno: mal di gola e forte influenza, con qualche linea di febbre sparita per fortuna nell’arco di poche ore. Dopo oltre due settimane, però, l’influenza era ancora lì. Non mi aveva limitato più di tanto nel mio viaggio-vacanza. Anzi, a parte avermi reso più pesante una scarpinata di due giorni sulla Sierra Nevada, mi aveva portato praticamente a non fumare mai, nei quasi venti giorni passati dal mio arrivo. Ma era sempre lì, e mi iniziava a infastidire parecchio. Se non altro perché ero sempre in mezzo a molte altre persone, e non è carino tossire o starnutire più di tanto (e per giorni!), quando si è in compagnia. Vinta la mia innata ritrosia al prendere medicine, ho chiesto a Robert, un amico medico spesso con noi in quanto parente della mia neo-cognata americana, di prescrivermi un antibiotico. Detto fatto, l’indomani avevo già in mano la mia bella scatolina di pillole antinfluenzali: sei pasticchette che, a guardarle, sembravano le palline Zigulì. Costo? Poco meno di 50 dollari. Rob il furbo, le aveva infatti prescritte a nome mio, non suo o di qualcuno degli statunitensi del nostro gruppo, e non avendo io un’assicurazione sanitaria negli Usa, mi sono ritrovato a dovere pagare questa cifra oscena. La cosa mi ha portato a fare non poche riflessioni, e a notare che, per fortuna, il mondo non è ancora del tutto americanizzato, quando si parla di farmaci e di sanità. Anche in un sistema basato sul profitto, infatti, sono sempre più numerosi i medici che non hanno più intenzione di sottostare a certe dinamiche di mercato. Che, per loro stessa natura, antepongono l’interesse economico alla salute. In altre parole, sempre più dottori iniziano ad essere stanchi nel vedere (se non dovere) mettere il guadagno delle grandi case farmaceutiche davanti alla vita dei pazienti (magari bambini). Me ne sono accorto entrando sempre più spesso in contatto con medici, accademici e ricercatori impiegati nella sanità (o campi affini) ormai molto a disagio con quello che è diventato il loro settore. Ho raccolto in un libro uscito recentemente, “Medicina ribelle. Prima la salute, poi il profitto”, le testimonianze di alcuni di loro, cercando allo stesso tempo di dare un filo logico al tutto - l’insano intreccio fra profitto e salute - che mi permettesse, alla fine, di restituire sotto forma di riflessioni (se non di proposte) ciò che ho assimilato dai dialoghi con questi professionisti. Incluso appunto un pensiero su quello che ci può capitare in seguito a un’eccessiva “americanizzazione” (che va oltre la semplice privatizzazione) del sistema sanitario e tutto quello che gli ruota attorno. Nel libro cerco di fare molta attenzione a non scagliarmi contro la medicina odierna tout court. Sarebbe da idioti essere contrari al progresso medico o a quello farmacologico. Ma sarebbe altrettanto da idioti non iniziare a reagire ai continui tentativi di venderci, a caro prezzo, un sacco di porcherie di cui non solo non abbiamo bisogno, ma che addirittura ci portano a vivere peggio. Spero che questo libro vi possa interessare, e soprattutto portare a pensarci su due volte, prima di assumere un medicinale di cui magari non abbiamo veramente bisogno. Se volete seguire gli aggiornamenti sul libro, qui trovate la sua pagina facebook. Grazie, @AndreaBertaglio | | | | | | |
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