giovedì 17 settembre 2015

La scuola buona di Esselunga e Coop

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LA SCUOLA BUONA DI ESSELUNGA E COOP

Le lavagne, i registri, le apparecchiature per i laboratori, i computer… Qualcuno farà fatica a crederci ma questa volta, forse, la grande magia si compirà. Tutte le cose che gli avviliti e imbarazzati insegnanti ci hanno spiegato di non poter reperire per le aule in penombra della nostra scuola pubblica potrebbero cessare di essere un problema. Ce le regala un sistema semplice e ingegnoso inventato dal mecenate per antonomasia dell’educazione del nuovo millennio: il supermarket. Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Eppure non era difficile. Al giorno d’oggi, chi se non le grandi catene della distribuzione alimentare ha la disponibilità necessaria a investire nella cultura? Loro, solo loro, hanno i soldi. Eppure dovremmo saperlo, glieli diamo noi tutti i giorni… Il “complottista” Pietro Ratto ci spiega cosa spinge Coop o Esselunga a finanziare le scuole e chi tira i fili dell’educazione alimentare nella scuola statale italiana
PIETRO RATTO

COLTIVARE LIBERTÀ E DIRITTI NELLA SCUOLA
Una rete e un appuntamento per chi non si rassegna ad aprire nelle scuole e nei territori spazi in cui superare gli stereotipi di genere, contrastare la violenza di genere e il bullismo omofobico, promuovere la cultura delle "differenze"
GIULIA SELMI

GENDER. ECCO IL NUOVO MOSTRO MARIA G. DI RIENZO

IL RAPPORTO TRA I SESSI NEI PROCESSI EDUCATIVI LEA MELANDRI

EXPO, ECCO PERCHÉ NON PORTEREI I MIEI ALUNNI ALEX CORLAZZOLI

INSEGNARE E IMPARARE DIVERSAMENTE

APPRENDERE FACENDO

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IL PORTATILE COME PRESENZA
Vi sarà accaduto. Vi rubano il telefono portatile o lo smarrite e vi sentite persi. Il telefono è ormai parte fisica del nostro corpo, un’appendice come poche altre cose lo sono state nella storia. Certo è singolare vedere persone le une accanto alle altre consultare o scrivere furiosamente sul proprio portatile e ignorarsi reciprocamente. Il cellulare, spiega Franco La Cecla, custodisce il nostro patrimonio di intimità: ovviamente a ciò corrisponde una “scarsità” di intimità con coloro che ci circondano. Il cellulare amplifica il nostro essere nel mondo e allo stesso tempo riduce ai minimi termini la nostra presenza fisica: non è il telefono in sé la caus a, ma l’espansione della società o meglio della città a dimensioni che rendono tutti gli individui in essa, anonimi. La città ha rinunciato ad offrirsi come spazio della contiguità fisica. Tuttavia, da questa tendenza si può tornare indietro, anzi lo si sta già facendo. «C’è un ritorno alla fisicità del rapporto abitanti-città che si riflette ad esempio nello “scendere in piazza” di questi ultimi anni, non a caso una magnifica battuta che circola oggi nei movimenti di occupazione recita “Scendete in piazza, se non altro potrete trovare un bar aperto”. Il corpo ha bisogno della fisicità e della prossimità altrui possibile negli spazi pubblici di una città...»
FRANCO LA CECLA

LA SCOMPARSA DELLO SGUARDO PAOLO MOTTANA

NUTRIRE LE COMUNITÀ
"La natura sostiene la vita formando e nutrendo comunità. Se vogliamo sostenere la vita, noi dobbiamo fare la stessa cosa: nutrire le comunità - spiega Fritjof Capra in questa intervista di Marco Dotti - In una comunità troviamo piacere nelle relazioni umane. Dobbiamo tornare alle relazioni umane, nutrirle, svilupparle. Dobbiamo sognare un’economia informale basata sulla reciprocità, sul dono, su quella shadow economy che, nascosta dalle statistiche ufficiali, permette a uomini e donne di aiutarsi, di sentirsi meno soli, di assistersi, di parlarsi, di avere cura di sé, avendo cura degli altri. La crescita qualitativa e non-lineare passa proprio da qui: dall’aver cura di sé, dall’aver cura degli altr i, dall’aver cura del mondo...."
FRITJOF CAPRA

ECONOMIA FUORI PISTA
Aiutare le persone a intraprendere processi di consapevolezza nelle scelte dei fornitori, nella riduzione dei consumi superflui, nella gestione del proprio denaro, nell’assunzione di comportamenti solidali in famiglia, nel lavoro, con i vicini e con i colleghi, con gli altri: per ribaltare l'economia possiamo partire anche da qui:
P
AOLO CACCIARI

LA TORMENTA È GIÀ ARRIVATA
La repressione dei mesi scorsi contro i maestros di Oaxaca (stato del Messico meridionale) ha fornito il pretesto per introdurre nella zona 15 mila agenti di polizia militarizzati. Servono a prevenire o impedire la resistenza delle comunità che difendono la vita e il territorio dall’espropriazione che serve al capitale per poter accumulare ancora. La sfida più grande è trasformare quella resistenza in capacità di cambiamento andando ben oltre la facciata della democrazia rappresentativa. Per questo dai piccoli gruppi, anche solo tre amici al caffè, alle riunioni più numerose, nelle assemblee, nei forum, nelle circostanze più varie, molti si sono messi ad anal izzare la situazione e a preparare quel che seguirà. Sanno che non basta dire No, opporsi. Per dare consistenza alla resistenza e dotarla di un senso, è necessario esprimerla come costruzione di un’alternativa. Questo è quel che ci serve. Immaginare quell’alternativa e cercare di darle realtà
GUSTAVO ESTEVA

CI SALVERÀ ZOHR?
La scoperta del giacimento gigante di Zohr al largo delle coste egiziane nel Mediterraneo da parte dell’Eni ha scatenato un grande giubilo nella sede del cane a sei zampe e nel mondo politico italiano, a partire da Matteo Renzi. Viene da pensare alla sbornia Kashagan, dove a 17 anni dalla scoperta - ricorda Antonio Tricarico di Recommon - l’Eni e il governo kazako ancora attendono di vedere gas e petrolio scorrere, mentre il giacimento è già passato alla storia come Cash-All-Gone, in un gioco di parole che da solo descrive un investimento di oltre 43 miliardi ancora non produttivo. Intanto tutte le previsioni sui consumi di gas in Europa al 2050 dicono che le infrastrutture esistenti sono sufficienti p er soddisfare i bisogni... Di sicuro a Eni e Renzi poco importa se per raggiungere il profitto bisogna stringere accordi con governi dittatoriali, quali quello azero e lo stesso al-Sisi. Senza parlare dell’impatto climatico che avrà tutto questo gas una volta bruciato, in Italia e altrove
ANTONIO TRICARICO

NO TRIV. LE NOSTRE VITE E I LORO PROFITTI
Il governo Renzi vuole trasformare diversi territori in terreni di conquista senza regole per le multinazionali del petrolio. La Puglia ad oggi è una delle regioni nel mirino dei petrolieri: ben 9, infatti, dei 12 permessi di ricerca da poco rilasciati dal ministero dell’Ambiente riguardano le coste pugliesi. Il governo Renzi ha però sottovalutato l'orgoglio e la resistenza di quel territorio. Venerdì 18, manifestazione a Bari, "ribadiamo con profonda convinzione che le nostre vite valgono più dei loro profitti"
COORDINAMENTO NO TRIV BARI

L'ALVEARE DELLA CITTÀ DELLE MAMME
Da un anno nella periferia di Roma c’è un alveare davvero speciale: si tratta di un coworking con spazio bambini, promosso dell’associazione Città delle mamme. Le attività svolte dalle persone che lavorano all’Alveare sono le più svariate; qui sono stati avviati diversi servizi come la spesa a domicilio tramite il Gruppo di acquisto solidale ma anche progetti di accompagmamento alla maternità e alla paternità e servizi di sostegno per le donne che hanno perso il lavoro a causa della maternità o della crisi. Il progetto pedagogico è incentrato sull’accoglienza, sul rispetto dei tempi di crescita e dei bisogni di ciascun bambino, lo spazio baby dispone di un ampia area esterna, dove gi ocare e fare attività di giardinaggio e orticoltura. Insomma, le “api” si sono autorganizzate tra mutuo aiuto e attenzioni ai più piccoli: ora l’Alveare compie un anno e aspetta molti e molte il 18 settembre per una grande festa
ILARIA CIANFARANI

 

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