lunedì 5 febbraio 2018

In quale società vogliamo vivere?

 

UN MONDO NUOVO COMINCIA DA QUI [LA CAMPAGNA DI COMUNE]

LA RIAPPROPRIAZIOEN DEL TEMPO [EMANUELE LEONARDI]
“... Nel raccontare di coloro che aprono crepe nei muri, Comune getta le basi per guardarsi negli occhi, cominciare a parlarsi e prepararsi al conflitto tra la violenza del capitale e la riappropriazione del tempo”

IN QUALE SOCIETÀ VOGLIAMO VIVERE?
Abbiamo bisogno di pensare la crisi ecologica in connessione con le trasformazioni del lavoro. “La desiderabilità sociale e l’esigenza ecologica di un modello economico meno estrattivista non dovrebbero più essere in discussione”, scrive Emanuele Leonardi nel suo libro che rimette al centro alcune intuizioni di André Gorz. Tuttavia, non si tratta di immaginare strategie “da rimandare – eventualmente – a quando il Palazzo d’Inverno sarà stato vittoriosamente assalito”, ma di ribellarsi facendo, per imparare prima di tutto attraverso i conflitti, quelli aperti dai movimenti territoriali, della decrescita e del neo-operaismo. Si tratta, ad esempio, di creare “un orizzonte inclusivo di lotta che sappia articolare diversi sogge tti (sindacati, associazionismo sociale, movimenti anti-austerità, ecc.) su un programma minimo che potrebbe avere come cardini: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; istituzione congiunta di salario minimo, reddito di base e tetto massimo alle retribuzioni elevate; riduzione del metabolismo sociale; protagonismo e autonomia dei territori…”
EMANUELE LEONARDI

ALTRI MONDI BIKE TOUR
Altri Mondi Bike Tour è un fantastico cabaret scientifico per tutte le età nato nella convinzione che "la tutela ambientale, la comicità, la divulgazione scientifica, l’arte e le buone pratiche di sostenibilità possano essere in verità, facce della stessa medaglia". Insomma, un bizzarro spettacolo contro l'arroganza dell'uomo. Ora fa tappa a Roma: chi porta in teatro una pianta con radici e ne illustra le proprietà avrà diritto ad un biglietto ridotto
R.C.

LA DECRESCITA PER RIPENSARE IL MONDO
L’anno iniziato sarà ricco di eventi internazionali sulla decrescita. Come per il 2012 a Venezia e Montréal, anche nel 2018 si terranno due grandi conferenze al di qua e al di là dell’Atlantico. Si inizierà a Malmö (21-25 agosto) con la sesta Conferenza sulla decrescita per la sostenibilità ecologica e l’equità sociale e si proseguirà a Città del Messico (4-6 settembre) con la Prima Conferenza Nord-Sud sulla decrescita, cui seguirà – nelle vicinanze – la dodicesima Conferenza della Società internazionale di economia ecologica (10-12 settembre). Nel mese di settembre, un terzo appuntamento è previsto a Bruxelles. È tempo di decolonizzare l'immaginario
S.C.

NATA RIFUGIATA
Mina è una giovane donna curda irachena, tra le promotrici dell’ong Women Refugee Route. Mina è nata nel 1988, durante un attacco al suo villaggio effettuato con gas chimici: divenne una rifugiata nel momento stesso in cui vedeva la luce. La sua famiglia è fuggita attraverso le montagne e vissuto vagabondando fra Iraq e Iran per molti anni, a volte senza passare più di una notte nel medesimo luogo, sino a quando madre e figli riuscirono a trasferirsi in Europa. Con i suoi familiari, Mina ha trascorso diversi anni nei centri per i richiedenti asilo della Danimarca, prima che la loro condizione fosse finalmente stabilizzata. Per tutta la sua infanzia Mina ha ascoltato, spesso fingendo di dormire, le storie orripilanti delle violenze subite dalle donne sfollate provenienti da mille luoghi divers i, dalla Bosnia alla Somalia. Quando le Nazioni unite le hanno chiesto cosa occorre fare per le donne rifugiate ecco cosa ha risposto: SEGUE QUI
MARIA G. DI RIENZO

QUESTO È UN LIBRO. NO, È UNA SEDIA
Pensieri da un corso di italiano per stranieri: venire a scuola non è scontato
LINO DI GIANNI

DUE NOTE, LA STORIA E IL PRESENTE
Una serata ricca di storia ed emozioni, conviviale quanto importante, quella promossa il 19 gennaio al circolo La Scighera della Bovisa, periferia di Milano. Una di quelle in cui si riesce a cogliere la profonda bellezza di voci capaci di far rivivere la memoria di un passato recente, quando a migrare eravamo "noi", nella tragedia contemporanea della negazione della libertà di movimento esercitata dai governi europei dei giorni "nostri". Attraverso la potenza letteraria dei canti, fluiscono così le voci dei minatori, a cominciare da quelle di Marcinelle, uno dei simboli più evocativi del dramma della migrazione europea del Novecento. "Ma come mai in Belgio c’erano tanti italiani?", chiede un ragazzo che testimonia come sarebbe in fondo semplice spiegare l'ipocrisia di chi, per fare un solo esempio, accetta di tracciare nette distinzioni tra chi fugge dalla guerra e chi invece dalla fame. Bastano pochi accordi e la nitidezza di versi che raccontano esistenze vere per far riemergere straordinarie pagine di cultura che qualcuno ha voluto seppellire nella profondità più oscura delle gallerie minerarie scavate dai nostri nonni
PATRIZIA CECCONI

SIAMO PERSONE. SEMBREREBBE
Per i bambini non esistono confini.
Se non quelli che mette l’uomo.
Siamo persone. Sembrerebbe.
E di fronte alla tenerezza non possiamo che inchinarci. E chiedere scusa. Per le differenze che creiamo. I muri che costruiamo. Per le reti. Il filo spinato. La paura che instilliamo.... SEGUE QUI
PENNY

ARMI, DA CHE PARTE STA LA CGIL?
Nel Sulcis Iglesiente, in Sardegna, un Comitato di cittadini si batte per la riconversione da industria bellica a civile della Rwm Italia, la fabbrica di bombe di Domusnovas, nota per produrre le bombe d’aereo che la coalizione saudita, dal 2015, sgancia sulle teste degli yemeniti in una guerra che ha causato oltre 10.000 morti tra i civili e una catastrofe umanitaria complicata da carestie, tanto da far affermare all’Onu che si tratta della maggiore emergenza dal 1946 a oggi. In questa lettera aperta il Comitato si scaglia contro la Cgil che non consideta il tema della riconversione. Il rifiuto del dominio della guerra comincia nei territori. "Chi glielo dice agli yemeniti che muoiono sotto le nostre bombe, fatte ed esportate in barba alla Costituzione e alla legge 185/9 0, che vogliamo essere solidali con loro?... Che siamo compagni, perché dividiamo il nostro pane, non solo tra di noi ma con tutti i lavoratori del mondo?..."
ARNALDO SCARPA

LA COLLERA DEI GIORNALISTI TUNISINI
Il vecchio presidente tunisino, espressione non solo simbolica della continuità con il regime di Ben Alì, accusa la stampa internazionale di essersi messa al servizio dell'opposizione politica parlamentare che ha sostenuto nelle scorse settimane le forti proteste sociali contro la Legge Finanziaria 2018. È la solita vecchia mossa di gridare all'ingerenza straniera che "sporcherebbe" l'immagine del Paese per intromettersi negli affari interni. La sfoderano, puntualmente, i regimi autoritari illudendosi di poter godere senza limiti di tempo di una sorta di omertà dettata dal timore delle ritorsioni oppure dalla condivisione di pratiche corrotte. Quel che si delinea oggi in Tunisia è, in realtà, un'offensiva precisa contro una delle poche reali c onquiste della rivoluzione del 2011, la libertà d’espressione. Per arginarla, in questi giorni i giornalisti indipendenti e il sindacato che li rappresenta hanno manifestato contro i tentativi di intimidazione fattisi sempre più pressanti in questo inizio d'anno
PATRIZIA MANCINI

SE QUESTA È UNA CITTÀ
Immaginate per un attimo se a Roma il Parco dell’Appia Antica arrivasse fino alle Terme di Caracalla e poi, ancora, sfociasse nei Fori con tutta la sua carica di storia, di presenze silenziose, di colori del cielo. Immaginate anche un giorno di festa dove vengono aperte le tante caserme di Roma, i cui spazi vengono restituiti alla città, ad esempio a chi non ha una casa. Poi fate di tutto per non aprire gli occhi ...
ENZO SCANDURRA

LA PIETRA D'INCIAMPO ELETTORALE
Tutti i partiti si prodigano in promesse, ma tutte devono fare i conti col debito pubblico che solo per interessi si mangia il 10 per cento del gettito fiscale. Fino ad ora la parola d’ordine è stata pagare ad ogni costo e sono aumentati povertà, disoccupazione e disuguaglianze. Dal debito ci dobbiamo uscire, ma dalla parte dei cittadini. Ripudio del debito illegittimo e rinegoziazione della parte più onerosa: queste ed altre sono le strade da battere
FRANCESCO GESUALDI

I BRACCIALETTI DELLA MODERNITÀ
La proposta del management di Amazon, applicare dei braccialetti elettronici ai dipendenti dei magazzini, ci parla di un vero sfondamento antropologico, figlio di un potere economico assoluto. La prossima volta, oltre ai braccialetti, chiederanno anche le catene ai piedi?
MATTEO SAUDINO

IL RUMORE DI FONDO NEI VOTI
"Ero in quarta elementare. Ero in collegio da pochi giorni, dopo avere perso mio padre. La maestra faceva il dettato. Io non la capivo, le sue parole suonavano lontane e confuse, non superavano il rumore che mi portavo dentro, come il rombo di un aereo che non decolla. Scrivevo ciò che mi arrivava e non alzavo la mano per chiedere di ripetere. La ascoltavo a singhiozzo. Ero altrove e mi chiedevo se ce l’avrei fatta in quel non luogo estraneo e freddo. Cinque fu il voto. Fu il primo cinque della mia vita. La maestra non disse niente, non mi chiese niente... Da maestra ho sempre pensato al rumore di fondo che ogni bambino si porta con sé - scrive Rosaria Gasparro - L’ho tenuto in grande conto, esplorandone la poesia e il dolore. Il disagio, lo spaesamento, quel sentirsi a volte soli , sperduti. Ho imparato che... SEGUE QUI
ROSARIA GASPARRO

AGENDA

BARI, 7 FEB. NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUEDOTTO PUGLIESE

ROMA, 8 FEB. LA CITTÀ E L'ACCOGLIENZA

ROMA, 9 FEB. ACCOGLIERE RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO

 

 

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